5 ragioni per Galliani: ecco perché è (im)possibile voltare pagina

Simone Basilico è nello staff di SpazioMilan.it dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, e collabora con Sprint & Sport, giornale di informazione sportiva di calcio giovanile e dilettantistico di Lombardia e Piemonte. E’ una delle prime firme del sito, specializzato nel settore giovanile rossonero. 

Adriano di qua. Adriano di là. Adriano di su, Adriano di destra e Adriano di sinistra, Adriano di giù. Non passa giorno che un tifoso rossonero si alza e sa che dovrà trascorrere tutta la giornata senza pensare ad Adriano. Non dovrà neanche sfiorare l’argomento, non dovrà proprio affrontarlo. E ancora Adriano, Adriano e Adriano. Che barba che noia che noia che barba. Ogni giorno Adriano e ogni ora Adriano. Ora Adriano. O ora, Adriano? Insomma, Adriano.

Direi che anche la dose giornaliera di anti-Gallianite cronica a questo punto della giornata l’abbiamo già ingerita. E’ un po’ come quando devi prendere che non ti piace: meglio subito alla mattina presto, così poi almeno te la dimentichi in fretta. Ora passiamo alle cose, con cinque (buoni?) motivi per cui Adriano Galliani non può e non lascerà il Milan, nel bene e nel male.

  • Adriano Galliani è un vincente. Con il Milan ha vinto 8 scudetti e 5 fra Coppe dei Campioni/Champions League in quasi trent’anni di onorato servizio. Quindi silenzio. La gratitudine verso quest’uomo per i veri tifosi milanisti sarà sempre immensa e infinita, anche se adesso sono primi a riconoscere che il vento sia cambiato. Ma un vincente non se ne può andare da perdente. Un vincente non abbandona la scena quando ancora non sono arrivati i titoli di coda, un vincente non lascia la barca quando questa sta affondando. Un vincente prima la rilancia, poi issa le vele e la riporta in mare aperto. Infine, saluta tutti con il occhiali da sole e i fotografi in prima fila. Questo è un vincente, questo è Adriano Galliani.
  • E chi ci snocciolerà poi quelle pseudo-classifica fai-da-te che Adriano Galliani partorisce ogni volta che siamo in difficoltà? “La classifica aggregata delle prime sette giornata ci dava… La classifica delle squadre che vanno più spesso in area ci dice che siamo…”, super-cazzole giornalistiche d’autore.
  • Non fatevi fregare: Adriano Galliani è stato per 29 anni un misto fra vice-presidente, amministratore delegato, uomo marketing e mercato, responsabile della scouting e della gestione delle finanze di una squadra di calcio che ha vinto e stravinto in Italia e nel mondo. Non gli è prevista nessuna liquidazione, proprio perché non è un lavoratore dipendente qualunque. Silvio Berlusconi, se ne fosse veramente convinto, lo avrebbe allontanato nel giro di 13 secondi. Tempo di un caffè.
  • Venerdì 1 maggio, e poi sabato 2 maggio, Silvio Berlusconi e Mr. Bee si sono incontrati, nel celebre meeting al Park Hyatt, il lussuoso hotel di Milano che ospitava il broker thailandese. Nei loro incontri, Berlusconi e Galliani erano seduti allo stesso tavolo del (futuro?) nuovo socio del Milan e alla domanda sulla posizione di Galliani, indubbiamente rivelante in un affare del genere, non è mai stata in discussione. Segno che il tempo passa, ma Silvio Berlusconi ritiene Adriano Galliani ancora un elemento chiave per il rilancio di questa società.
  • Ma siamo sicuri che Barbara Berlusconi sia effettivamente adatta per un ruolo impegnativo e mediatico come quello al quale ambisce? Galliani ha le spalle larghe, i pantaloni lunghi e i “capelli lunghi”, forse forse non è ancora così tutto da buttare. E poi dove sta scritto che il nuovo è sempre meglio del vecchio?

Twitter: @SBasil_10

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