SALA STAMPA/ Mihajlovic: “Napoli più forte, noi emotivamente deboli. Dimissioni? Non ci penso”

Dal nostro inviato a San Siro, Christian Pradelli.

Queste le parole di Sinisa Mihajlovic al termine di Milan-Napoli 0-4 nella conferenza post gara nella sala stampa del Meazza: “Umiliazione? C’è poco da dire: sono più forti di noi“, ha esordito il tecnico rossonero. “Hanno fatto la differenza i loro attaccanti e la nostra fase difensiva – ha aggiunto riferendosi ai meriti del Napoli -. Il primo tempo credo sia stato abbastanza equilibrato, poi dopo il secondo gol è finito tutto. Ci siamo dimostrati deboli di testa, è quello che è successo anche a Genova perché facciamo troppi alti e bassi tra una partita e l’altra. Bisogna lavorare, ma è evidente che non basta: è l’unica cosa da fare in questo momento”.

Dove sono gli 86 milioni spesi?Tre sul campo e uno squalificato. Quando si perde 4-0 non si vede, penso che oggi la squadra entrata in campo fosse la migliore a disposizione. Capisco anche che non è facile reagire sapendo come siamo andati nelle prime giornate. Emotivamente siamo deboli”. Sugli scontri diretti:Quando sei al Milan l’obiettivo è stare in alto, non è che può cambiare dopo sette giornate. Capisco sia difficile pensare al Milan in alto, ma il nostro obiettivo resta quello. Sopravvalutati? Ci sono giocatori importanti, che vengono da campionati stranieri, altri sono giovani. Il tempo c’è sempre di meno e non so ancora se ci sarà. Per come si allenano, per come li vedo, nel primo tempo è stata fatta la partita giusta. Ma poi certi errori non puoi permetterteli”.

Se chiama Berlusconi?Se mi chiederà spiegazioni, gliele darò. Cerci? Era l’unico giocatore offensivo che avevo in panchina: quando abbiamo cambiato in altre partite siamo andati sul 4-4-2 e non ci siamo squilibrati. Certo, è facile parlare dopo la partita. Ma resta che l’unico giocatore offensivo in panchina era Cerci. Comunque non era un problema di modulo o sistema di gioco. Il modulo per ora è questo: quando torneranno gli infortunati si potranno anche testare altre soluzioni”. Quale antidoto per i giocatori?Magari ci vuole Freud. Io sto cercando di lavorare sulla testa, sulle cose che vanno fatte. Parlare tanto con loro anche individualmente, cercare di far capire le cose, di analizzare e migliorare. Evidentemente non è così facile. Anch’io mi aspettavo di risolvere prima questo problema. Non siamo ancora vicino a questo tipo di risoluzione. La medicina è dare ancora di più di quanto si stia dando. Ad oggi evidentemente non basta”.

Su possibili decisioni della società:Su questo non posso far niente. Certamente le dimissioni non le do perché non l’ho mai fatto. Non mi posso fasciar la testa di queste cose qua. Devo solo andare avanti a lavorare con fiducia. Sul carattere della squadra, mi aspettavo di risolvere prima i problemi. Mi è successo anche da altre parti e sono stati risolti. Ci vuole tempo”. Sul Napoli:Non avevo bisogno di perdere 4-0 per capire che era una delle squadre più forti”. Sulle responsabilità: “Me la devo prendere io, come sempre”.

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