A Torino solo vincere, ma Milan e Mihajlovic non lo fanno quasi mai

Dopo le due sconfitte consecutive contro Genoa e Napoli, il Milan non può più permettersi di perdere. Lo sa Sinisa Mihajlovic e lo sanno soprattutto i giocatori che faranno di tutto per non replicare la brutta figura dell’ultima giornata di campionato a San Siro. Almeno speriamo. Subire un netto 4-0 senza riuscire nemmeno ad opporsi, preoccupa però la società di Via Aldo Rossi che nell’ultimo periodo ha scelto di stare molto vicina alla squadra. Dopo la sosta a causa degli impegni delle nazionali in vista degli Europei del 2016, il Diavolo si troverà contrapposto al Torino all’Olimpico. Sarà un impegno molto difficile, sia per la differenza di punti che a livello storico.

Il Milan si trova all’undicesimo posto con 9 punti, mentre gli uomini di Gian Piero Ventura al quinto con 13. Il divario forse non sarà moltissimo, ma il gioco non è nemmeno paragonabile: la palla gira bene tra i piedi dei granata e sarà difficile per i rossoneri riuscire a fare risultato. Se però ci si mette di mezzo anche il destino, l’ostacolo potrebbe diventare insormontabile. Il Diavolo, in trasferta a Torino, ha ottenuto una sola vittoria negli ultimi cinque campionati: nella stagione 2012-2013, alla sedicesima giornata del girone d’andata, vinse per 4-2. Tre pareggi nelle stagioni 2008-2009, 2013-2014 e 2014-2015 e una sconfitta nel 2001-2002, quando alla decima giornata di andata perse per 1-0.

Il gol di Cristiano Lucarelli regalò la vittoria al Torino, mentre decretò l’esonero di Fatih Terim e l’arrivo al suo posto di Carlo Ancelotti. Ovviamente non accadrà la stessa cosa a Mihajlovic: il serbo sembra non dovrebbe rischiare la panchina in caso di sconfitta, ma è meglio non sfidare la sorte e il destino. Proprio il destino è però avverso all’allenatore che proprio lo scorso anno all’Olimpico subì la sconfitta più pesante della sua avventura in terra ligure: era il primo febbraio del 2015, quando la Sampdoria perse per 5-1 nella tana granata. Ora lasciamoci alle spalle la cabala, l’obiettivo rimane uno solo: vincere giocando un buon calcio, non conta nient’altro per il Milan.

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