Miha e il suo “4-2-4”: Cerci è l’ago della bilancia. Ma Honda spera

Sarà tempo di 4-4-2? Forse. Probabile, anche se Mihajlovic, nella conferenza stampa alla vigilia della Sampdoria, non ha scoperto le carte, mantenendo riserbo sullo schieramento tattico del Milan in vista di stasera. Ma le indicazioni da Milanello fanno pensare che il tecnico accantonerà il 4-3-3 in favore dei quattro centrocampisti e delle due punte tanto care al presidente Berlusconi: un’idea nata e abbandonata diverse settimane fa, tornata alla ribalta per curare la sterilità offensiva del Diavolo. Se nel cuore della mediana e in avanti le scelte sono (quasi) obbligate causa infortuni, e Bonaventura è una pedina inamovibile nello scacchiere tattico milanista da esterno sinistro di centrocampo, esistono più dubbi su chi debba presidiare la corsia opposta: a sgomitare, con caratteristiche molto diverse tra loro, ci sono Cerci e Honda, ma anche Kucka e Niang.

In proiezione Sampdoria, il favorito numero uno per giocare da “7” è Alessio Cerci. Mihajlovic dovrebbe continuare a puntare sull’Henry di Valmontone nonostante le sue ultime due uscite siano state tutt’altro che entusiasmanti, relegando Honda ancora in panchina. Una scelta, quella dell’ex Torino, che può essere interpretata in virtù del fatto che il Milan è chiamato assolutamente a vincere e convincere: i rossoneri vorranno impostare una gara dominante e d’attacco, cercando di dominare l’avversario sin dal 1′ di gioco. E Cerci, pur dando il meglio da seconda punta e con pochi compiti di copertura, è un’arma offensiva potenzialmente esplosiva (e al contempo rischiosa) da schierare insieme a due punte “vere” e a un altro giocatore propositivo come Bonaventura: il Diavolo, in sostanza, si schiererebbe con una sorta di 4-2-4.

Da qui a Natale, dovendo affrontare dopo la Samp squadre come Carpi, Verona e Frosinone, ha senso che Mihajlovic possa insistere con questo modulo ultra offensivo per invertire il preoccupante trend dei pochi gol segnati. Cerci da una parte e Bonaventura dall’altra hanno nelle corde e nel DNA di rientrare in mezzo al campo e di dribblare, per creare superiorità numerica e innescare le punte: una soluzione che dovrebbe aiutare molto gli attaccanti. Ma nulla è perso per Keisuke Honda. Il giapponese potrà essere l’uomo dei big match: il Diavolo deve potersi permettere, senza perdere in equilibrio, la doppia punta e i due “soli” mediani del 4-4-2 contro i tre del 4-3-3. E Cerci, per caratteristiche e indole, non può fare lo stesso lavoro di copertura del generoso e intelligente nipponico, maestro nel masticare filo spinato. Presente a Cerci, futuro con vista su Honda? La rinascita milanista passa anche dalla destra.

Impostazioni privacy