Ieri un compleanno di lacrime e amore. Doveroso battere la Samp

Arianna Sironi è nello staff di SpazioMilan.it dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, ed è una delle prime firme del sito. Ha condotto con il vicedirettore Daniele Mariani “Milan Time”, un’ora di notizie rossonere nel pomeridiano di Radio Milan Inter (96.1 FM e canale 288 del DTT). Da luglio 2015 collabora col Giornale di Cantù.

116 anni compiuti ieri tra una conferenza stampa difficile per Sinisa Mihajlovic, Christian Abbiati e Philippe Mexes. In uno dei momenti più critici del nuovo corso rossonero, nel pomeriggio è arrivato un regalo uscito direttamente dalle partite di Tim Cup con l’uscita di scena di Genoa, Roma, Fiorentina. Battendo oggi la Sampdoria a Genova, la squadra di Mihajlovic incontrerebbe il Carpi a San Siro nella gara secca dei quarti di finale. Quindi, in caso di passaggio del turno, la semifinale (andata e ritorno) sarebbe contro la vincente tra Spezia e Alessandria. Strada spianata, inutile negare che con un tabellone così non arrivare in finale vorrebbe dire dover scrivere di un’altra sconfitta. Si passa da questa sera, dalla Sampdoria di Montella che Sinisa ha già dimostrato di poter battere.

Nel giorno del suo compleanno, il Milan ha anche avuto modo di ritrovare almeno un po’ di affetto dei suoi tifosi che in questi giorni stanno (giustamente) criticando. “E’ un periodo difficile ma mai come ora va fatto sentire il nostro amore e la nostra passione per questi colori! Buon compleanno Ac Milan” così Ignazio Abate dal suo profilo Facebook. Ma sono stati centinaia, anzi migliaia i messaggi di questo tenore che hanno letteralmente invaso i social network: giocatori, ex rossoneri ma soprattutto i tifosi, quelli che soffrono ma non scappano e restano innamorati.

Questa sera contro la Sampdoria una vittoria il Milan la deve a se stesso, ma soprattutto a quelli dei “Non te lo meriti ma ti amo”,  “Dopo Istanbul c’è sempre Atene”, “Io di te non mi stanco”,  “Se non la ami quando perde, non amarla quando vince”. La deve a quelli che spendono soldi per stadio e trasferte, ma anche a quelli che patiscono le pene dell’inferno sul divano di casa. A loro che soffrono ma restano e gridano comunque quel “ti amo” oggi va almeno consegnata una piccola speranza chiamata Coppa Italia.

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