Come un male incurabile

Christian Pradelli è giornalista professionista e direttore di SpazioMilan.it dalla sua fondazione, l’8 marzo 2011. Dirige parallelamente il free-press pomeridiano Mi-Tomorrow. Collabora con La Gazzetta dello Sport. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter ed è opinionista per Milan Channel. È la voce ufficiale del Milan per TopCalcio24, canale del gruppo Mediapason (canale 114 del DTT).

Bidoni che si credono fenomeni solo perché indossano una maglia che ha fatto la storia del calcio mondiale. Una società che si è probabilmente fermata alla “Milano da bere” degli Anni Ottanta, buona (forse) giusto trent’anni fa. Un allenatore, Mihajlovic, che comincia realmente a mostrare i primi segni di scompenso già registrati dai suoi illustri predecessori. Ecco serviti gli ingredienti del male incurabile di questo Milan. Troppo brutto per essere vero. Da troppo tempo dentro una spirale dalla quale francamente non si intravede la luce.

E’ sintomatico che i peggiori in campo ieri contro il Verona siano stati i due “angeli custodi” dell’allenatore serbo nelle consuete conferenze stampa di vigila delle partite. Riccardo Montolivo, capitano, e Nigel de Jong, vice capitano, rappresentano lo specchio di un sistema che sta implodendo. Un assetto, che dalla società all’ultimo dei giocatori, fa acqua da tutte le parti senza suscitare particolare apprensione in chicchessia. Una pena assoluta, insomma, alimentata dalla consapevolezza di non avere in mano la panacea per questo male. Forse ci siamo accontentati tutti. Dapprima considerando magari un Montolivo il potenziale leader di una squadra come il Milan. Successivamente cercando il bicchiere mezzo pieno da ogni elemento mediocre in arrivo, salvo poi accorgerci che quello stesso bicchiere era sempre bucato.

Mihajlovic, dal canto suo, ha responsabilità precise, unite alle consuete attenuanti più o meno generiche. Il suo carattere è a dir poco spigoloso al punto da seminare quasi il terrore tra i giornalisti sempre più timorosi a sfoderare domande “scomode” o a chiedere semplici delucidazioni di prestazioni incolori. La lite è sempre dietro l’angolo. Idem la risposta al vetriolo. E’ un metodo che non esiste e che è ben lontano da logiche di serietà che si pretendono da ogni personaggio che rappresenta il Milan all’esterno delle mura di San Siro e della sede sociale.

Vogliamo, infine, prendercela con gli arbitri? C’è da ridere, in ogni senso. Gli errori a sfavore sono evidenti quanto la bassezza di recriminare sugli episodi al termine di prestazioni al di sotto di ogni possibile aspettativa di gioco e di risultato. La speranza non muore mai, ma qui, caro Mihajlovic, non basta nemmeno l’esorcista.

Twitter: @Chrisbad87

Impostazioni privacy