Honda-Abate, la coppia che non ti aspetti fa girare la catena di destra

A Forsinone abbiamo assistito ad una buona prova di chi fino a questo punto della stagione aveva giocato molto al di sotto degli standard richiesti. Abate e Honda mai fin qui avevano dato la sensazione di poter essere decisivi in una gara del Milan. Il primo per motivi tattici, il secondo molto lontano dalla condizione fisica e dall’abilità tecnica ottimale. Poi la svolta. Un movimento tanto semplice da oliare un ingranaggio che appariva inceppato e arrugginito.

La corsia di destra ha visto un Alessio Cerci ascendere ai gradi della titolarità senza mai onorarne i valori che ciò comporta, ed è proprio lui, come indicato anche da Silvio Berlusconi in persona, il granello di sabbia che bloccava la catena di destra. E se Mihajlovic lo aveva scelto come solista di quella zona di campo, ci ha dovuto ripensare, perché lasciare Abate a meri compiti difensivi non rientra nelle corde del terzino che fa della dinamicità e della corsa la sua arma principale. La scelta di Honda è congeniale ad Ignazio, perché i due risultano compatibili sul piano dei movimenti: il giapponese si accentra giocando dietro le punte come piace a lui e lascia la prateria ad Abate che può sfruttarla al massimo. Semplice, lineare, vincente.

Contro i ciociari la tattica ha funzionato tanto che Abate è tornato al gol dopo 815 giorni: l’ultimo gol del terzino è quello al Dall’Ara contro il Bologna datato 25 settembre 2013. L’azione della rete è l’esempio lampante di movimenti studiati: contropiede veloce con Honda chi si porta a ridosso delle punte, sfrutta un palla sporca e allarga sulla destra il pallone ad un Abate sopraggiungente di gran carriera, gol. Questo è quello che si dice sfruttare i talenti di ogni giocatore: merito di Mihajlovic.

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