Esuberi, scontenti e difficoltà a vendere: l’intricato rebus del mercato rossonero di gennaio

Ancora tre partite (due di campionato e una di Coppa Italia) e poi si chiuderà il 2015 calcistico del Milan e si penserà solamente al mercato di gennaio che nelle ultime stagioni è sempre stato movimentato in casa Milan, spesso per gli errori fatti in estate. Adriano Galliani ieri alla festa delle giovanili ha ammesso chiaramente e pubblicamente che Boateng tornerà in rossonero e con il ghanese la rosa arriverà a 29 elementi, troppi. Tanti gli esuberi ma moltissime difficoltà a vendere quei giocatori che hanno trovato poco spazio in questo inizio di stagione. Interessi concreti non sembrano essercene, si parla di prestiti di alcuni giovani come Josè Mauri, Ely e Suso che potrebbero farsi le ossa e dimostrare il proprio valore in altri lidi o di partenze non troppo rumorose come quelle di Nocerino e Zapata, imprigionati però dall’ingaggio alto: è l’ostacolo maggiore a una cessione definitiva.

Poi troviamo anche giocatori importanti per carisma e passato che a gennaio potrebbero fare le valigie o chiedere loro stessi di cambiare area. Parliamo sostanzialmente di Honda, Mexes e De Jong. Qualche timido sondaggio per il giapponese è arrivato dalla Premier League ma niente di importante. Il numero 10 nei mesi scorsi ha espresso il suo malcontento e alla società non sono piaciute alcune esternazioni sulla gestione e sul lavoro dei dirigenti. Da qui a un addio però il passo è lungo e per niente scontato. Diversa la situazione dell’olandese che ha perso il posto, non gioca dal 27 settembre ma in estate il rinnovo fino al 2018 ne ha certificato l’importanza. Improbabile una partenza a metà stagione ma se continuerà a presenziare solo in conferenza a giugno l’esito appare scontato. Forse Mexes è quello che più di tutti potrebbe salutare a breve Mihajlovic e compagni. Dopo la tarantella estiva, prima con il rinnovo tormentato poi con la cessione alla Fiorentina avallata dal tecnico e fermata all’ultimo da Berlusconi, ora potrebbe essere il momento giusto epr separarsi, visto che il campo l’ha visto con il contagocce. L’ex allenatore della Samp non lo vede come titolare e il pressing della Viola rimane fortissimo.

Esuberi, scontenti e quel tormentone tanto odiato dai tifosi che mai come in questa sessione vale come verità: se non esce nessuno non arriva nessuno.

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