La panchina non scricchiola, ma il derby non si può sbagliare

A poco più di 24 ore dal secondo e, quasi sicuramente, ultimo derby ufficiale della stagione, appare abbastanza chiaro che questa è una partita fondamentale per il proseguio della stagione rossonera. Lo è molto di più per il valore simbolico del match che per questioni legate alla classifica, anche se una vittoria porterebbe il Milan a soli cinque punti dall’Inter e potrebbe aprire altri orizzonti. L’aspetto più significativo però è costituito dal fatto che al Diavolo manca da troppo tempo la vittoria nelle stracittadine ufficiali contro i cugini. L’ultimo successo, infatti, risale al maggio 2014, quasi due anni fa e a quel gol di testa di De Jong che schiantò l’Inter.

Poi solo derby brutti, soporiferi, con poco spettacolo. Due pareggi nella passata stagione ed una sconfitta, anche se con tanta sfortuna, a settembre, quando si giocava la terza giornata dell’attuale campionato. Il Milan giocò meglio quella partita, ma in una gara così sentita il risultato vale doppio ed è l’unica cosa che conta. Ecco perché i rossoneri sono chiamati a vincere il posticipo di domenica sera. La classifica prima di tutto, ma sfatare il tabù derby sembra rivestire un’importanza colossale.

Sinisa Mihajlovic è stato messo in discussione, tra dichiarazioni leggere e momenti di difficoltà, più volte in questa stagione, ma dopo il buon pareggio a Roma, la vittoria col Carpi in Coppa Italia e la bella vittoria contro la Fiorentina, ha un po’ allontanato i fantasmi dell’esonero. Dopo il successo contro i viola sono arrivate le traferte di Empoli e di Torino contro l’Alessandria che non hanno dato le conferme che l’ambiente si aspettava, o almeno non del tutto. Perdere il secondo derby consecutivo sarebbe una sciagura e potrebbe riportare in auge tutti i discorsi che si sono accantonati, almeno per ora, nelle ultime settimane. Un derby da vincere, insomma, senza mezze misure.

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