Galliani liberaci dal male

Negli ultimi anni, anche se pure quando le cose andavano meglio era facile sentirla, i tifosi del Milan si sono tristemente abituati alla frase: “Stiamo a posto così, siamo fin troppi, siamo competitivi”. Parole e musica dell’ad rossonero, il dottor Adriano Galliani che, forse anche per una questione di decenza personale (di rispetto verso i milanisti sicuramente no perché quello ormai manca da tempo), questa volta ha sostituito la parola ‘competitivi’ con quella ‘coperti’. In effetti è così, la rosa milanista conta troppi giocatori e alcuni di questi stanno andando, o potranno andare via da qui alla fine del mercato di gennaio. Il problema sono quelli che entrano, come entrano e con chi vengono fatti questi affari.

Dopo le ottime, ma comunque troppo costose, operazioni che hanno portato a Milanello i vari Romagnoli, Bacca e Bertolacci, gente funzionale al progetto e di prospettiva, così come lo era stato Bonaventura al gong dello scorso calciomercato, si è pensato bene di concludere la sessione estiva con l’arrivo di Kucka (buon giocatore, ma in quel ruolo e in quel momento al Milan serviva altro) dall’amico Preziosi e udite, udite, addirittura Mario Balotelli che quella vecchia volpe di Mino Raiola non poteva lasciare parcheggiato al Liverpool in tribuna per sei mesi. Allora è arrivato in soccorso il caro e vecchio amico Adriano che, quasi per compassione, ha riportato al Milan un ex calciatore, facendolo passare per il campione che ha bisogno solo dell’ambiente giusto per ritrovarsi.

Come se non bastasse, poi, è tornato al Milan, da svincolato (un motivo ci sarà) Kevin Prince Boateng che già nelle ultime stagioni in rossonero non brillava certo per professionalità. Ora, Mihajlovic si ritrova a gestire più calciatori lontani anni luce da una forma accettabile che professionisti seri ed equilibrati. Alla voce acquisti, nonostante la rosa avesse bisogno di almeno tre innesti di qualità per tornare ad essere seriamente competitiva, al momento figura solo il ghanese da “prima pagina” e nient’altro. Come dire, di male in peggio. In queste condizioni si è parlato di obiettivo Champions, salvo poi essere sconfessati da una componente della stessa ‘famiglia reale’.

I tifosi milanisti come al solito ci sperano fino alla fine, ma ormai non si fanno troppe illusioni e, quasi tutti, stanno dalla parte di Mihajlovic che si candida ad essere la prossima vittima sacrificale degli sciagurati disegni presidenziali e dirigenziali. L’estenuante trattativa che dovrebbe portare parte delle quote della società in mano a Mr Bee, inoltre, non ammorbidisce e migliora l’umore del tifoso rossonero che da quest’estate attende con ansia un ‘closer’ che tarda quanto mai ad arrivare. Ed allora viene spontaneo chiedersi: ma sarà il broker asiatico ad essere un bluff o il problema sta sul come gestire i capitali in entrata? I soldi di Mr. Bee sarebbero indirizzati per fare mercato e costruire una squadra competitiva (come vorrebbe il diretto interessato) o servirebbero per sanare i bilanci delle varie società della famiglia Berlusconi’ Ai posteri l’ardua sentenza.

 

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