SALA STAMPA/ Gregucci: “Complimenti ai miei ragazzi, non ho mai visto un pubblico così”

Dai nostri inviati all’Olimpico di Torino, Christian Pradelli e Piermaurizio Di Rienzo.

Queste le dichiarazioni rilasciate, nel corso della conferenza stampa successiva ad Alessandria-Milan, da Angelo Gregucci: “Sotto il profilo dell’atteggiamento e dello spirito di squadra, non avremmo potuto fare di più. Il primo obiettivo era rappresentare al meglio la città. Non ho mai visto un pubblico così, ho visto un grande senso di appartenenza. Ci sono ancora possibilità, anche se poche, di qualificarci. La partita è ancora aperta, ma l’obiettivo era portare tanta gente. Ho visto la tifoseria applaudire la squadra per come ha giocato e come ha interpretato la gara. Forse, avremmo potuto fare un po’ meglio in fase di rifinitura. Il Milan, nel secondo tempo, faceva fatica a tenere il ritmo. Avremmo potuto pareggiare, così come il Milan avrebbe potuto raddoppiare. Penso che tutto il calcio minore abbia tifato per noi, abbiamo avuto grandi contenuti morali. Non è una squadra di Serie A qualunque, il nostro avversario è il Milan. Faccio i complimenti ai miei giocatori. L’ingenuità, nell’occasione che ha portato al rigore, c’è costata cara: c’è stata una palla contestata persa a metà campo. L’abbiamo recuperata, ma, poi, abbiamo commesso una leggerezza. A questi livelli, paghi caro le leggerezze. Forse, andando a riposo sullo zero a zero, a livello psicologico, saremmo stati aiutati, anche se non abbiamo battuto ciglio, nel secondo tempo, e abbiamo tenuto testa ai rossoneri. Credo che la fisicità e l’atletismo, nel calcio moderno, siano una componente importante. Noi abbiamo cercato di diluire lo sforzo, cercando di forzare nell’ultima mezz’ora. Essendo una squadra di Lega Pro, ho tenuto Bocalon in panchina, per metterlo nell’ultima mezz’ora. Nel calcio, i chili e la velocità fanno la differenza. In ogni caso, ho fatto i complimenti al mio staff: la mia è una squadra che corre. L’incognita era la durata, ma abbiamo avuto una buona gamba e abbiamo tenuto le giuste distanze. Non era un’utopia andare in porta in maniera più incisiva. Abbiamo dato pressione al portiere avversario. Il finale è stato buono, non eravamo alle corde. Cosa sogno in vista del ritorno? Una partita a San Siro, con uno che prenda la palla, negli ultimi minuti, e la metta all’incrocio: cosa dovrei sognare?”.

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