Lavagna tattica: la Fiorentina di Sousa

Altro giro, altro esame. La parola “tranquillità” non esiste nel vocabolario degli allenatori, instabili per eccellenza e per mestiere, ma Sinisa Mihajlovic sta spingendo al massimo il ruolo di precario della panchina. Il suo Milan, dopo la trasferta di Roma e il quarto di finale con il Carpi, è chiamato a dare ancora risposte precise: il presidente Berlusconi non è convinto e medita di cambiare guida tecnica. Il serbo è sempre sotto stretta osservazione: sbagliare è proibito. E domani, a San Siro, il Diavolo giocherà una super gara contro la bella e sorprendente Fiorentina di Sousa. Quarta in classifica, a -3 punti dal Napoli campione d’inverno, la Viola ha il secondo attacco e la quinta difesa della Serie A, ma soprattutto ha il miglior possesso palla del torneo (58,7% in totale): un dato che dice molto sulla natura e sulle caratteristiche della compagine toscana.

Dunque: che aspettarsi dalla Fiorentina? Paulo Sousa è un allenatore estremamente capace e imprevedibile, ma sembra difficile che possa presentare novità significative nell’atteggiamento e nel modo di giocare della propria “creatura” visto in stagione. È lecito attendersi una Viola che verrà al “Meazza” per cercare di dominare e imporre il proprio gioco, sfruttando al meglio tutte le doti dei singoli giocatori per esaltare un eccellente collettivo. Le parole d’ordine del match saranno possesso palla, verticalizzazioni e pressing: i sousiani cercheranno di avere il pallino del gioco in ogni momento della gara, governando in fase di possesso con la qualità dei vari Borja Valero, Ilicic e Mati e tentando di recuperare il pallone con una pressione “alta”. Fondamentale, inoltre, sarà anche il movimento senza palla di esterni, mezzali, trequartisti e punta centrale e l’elasticità degli interpreti: altre chiavi del successo viola per sfruttare al meglio la verticalità di Kalinic e per cambiare veste tattica a seconda delle esigenze. Il modulo base è il 3-4-2-1, ma è lecito aspettarsi che possa vedersi in corso d’opera una linea difensiva a quattro.

Milan-Fiorentina, sulla carta, sembra gara decisamente ostica per Bacca e compagni. Ma attenzione: i rossoneri hanno più di un problema, non c’è dubbio, ma anche per gli avversari non è un momento particolarmente florido. Innanzitutto Sousa dovrà rinunciare a due uomini fondamentali del suo “11”: Gonzalo Rodriguez e Badelj. Mancheranno riferimento tecnici e caratteriali importanti della spina dorsale viola: il capitano-leader della retroguardia e il metronomo della mediana. In più, la Fiorentina ha dimostrato di soffrire difese particolarmente arroccate. Roma e Lazio al “Franchi” sono due esempi calzanti: le due romane si sono chiuse e ripartite negli spazi con profitto, tornando a casa a bottino pieno. E Mihajlovic, con il tandem di velocisti Bacca-Niang, potrà creare più di un problema. A patto, però, che il Milan non rinunci totalmente a fare la gara. Lo impongono DNA e storia del club, ma soprattutto la necessità di affrontare avversari di caratura superiore con personalità: l’andata, monologo assoluto di Borja Valero e soci, è un precedente da cui imparare. Serviranno solidità difensiva e concretezza sotto porta, ma soprattutto tecnica, carattere e attenzione. Insomma: servirà una partita “da Milan”.

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