Il Milan di Miha. E di chi se no…

Il Milan ha iniziato ad avere una sua fisionomia, una sua identità, un suo gioco. Dopo mesi passati nel limbo, nella diversità, nella solita mediocrità, ora sembra esserci una squadra, un’unità di intenti, una voglia di remare tutti nella stessa direzione. Il merito è solo e soltanto di Sinisa Mihajlovic che, nonostante i momenti di difficoltà e di diffidenza, ha creduto e difeso i suoi uomini, contro tutti e contro tutto. Le sconfitte, le critiche ed i problemi, gli sono scivolate addosso ed ora si gode il buon momento.

Il Milan dopo la gara dell’Epifania contro il Bologna sembrava una squadra allo sfascio, una squadra da buttare. Ed invece si è saputa risollevare dalle proprie ceneri ed ha iniziato a lottare, a marciare con tutti i suoi componenti nella stessa direzione. Certo, ci vorranno conferme per capire se l’opera di guarigione è già stata fatta, ma la strada sembra essere quella giusta. La società, il Presidente in primis, continueranno a discutere Mihajlovic, ma il serbo resta uno dei pochi valori aggiunti di questa squadra, il più importante, quello fondamentale.

Mihajlovic ha svegliato le coscienze e non ha mai parlato di secondo o terzo posto, ma è riuscito ad analizzare, senza coinvolgimento esterno, i problemi della squadra al di là dei problemi stessi. Poi, tra tutti i soldi spesi ed i risultati ottenuti, ci potrebbe essere sempre un Alessio Romagnoli che potrebbe fargli cambiare idea. Ora  si va avanti senza pedine importanti, ma le plusvalenze sono dietro l’angolo e non basterà qualche parametro zero per fargli cambiare idea. L’ultima parola, però, resta all’allenatore che ormai ha il polso della situazione e cercherà di rimediare.

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