Berlusconi e Brocchi, nelle mani del mister una patata bollentissima

Da qualche giorno, ormai, abbiamo assistito all’avvicendamento di guida tecnica al Milan: con l’addio di Sinisa Mihajlovic è sopraggiunta la figura di Cristian Brocchi, fortemente caldeggiata dal presidente Silvio Berlusconi. Proprio il numero uno rossonero si professa amante di quanto mostrato da Brocchi con la squadra Primavera, e per questa ragione a lui è stato affidato l’incarico di concludere la stagione con una bella qualificazione europea e, magari, con la vittoria della Coppa Italia.

"Mi spiace di doverlo dire, ma nel Milan, e in ogni squadra di calcio, è molto importante l'aspetto umano della persona. Se lei mette una mela marcia dentro lo spogliatoio, può infettare anche tutti gli altri. Quindi, siccome io ho avuto modo, per vicende della vita, di poter dare un giudizio sull'uomo Balotelli, è una persona che io non accetterei mai facesse parte dello spogliatoio del Milan". (Silvio Berlusconi ad Antenna 3)

Un impegno quello affidato da Berlusconi a Brocchi che sulla carta sembra facile ma che ad un’analisi più attenta potrebbe far registrare una picchiata di risultati. In primis Berlusconi elogia il 4-3-1-2 che il mister proporrà, dimenticandosi che questo modulo tattico ha portato non poche magagne e non poche critiche da tre anni a questa parte. Secondo poi, il tanto decantato bel gioco della squadra Primavera potrebbe tranquillamente non ripetersi in prima squadra: i giocatori son quello che sono e, soprattutto a centrocampo, di tasso tecnico inferiore a quello che siamo abituati a vedere al Milan da sempre. Terzo, e (speriamo) ultimo possibile problema, potrebbe risultare un ritorno ad uno stile di vita trascurato e che nelle stagioni pre-Mihajlovic aveva trascinato verso il basso anche la concentrazione e la mentalità della rosa.

Allora, dire che Brocchi è il pupillo di Berlusconi è dire poco, ma la medaglia ha sempre due facce: da una parte il presidente stima talmente tanto l’allenatore che è sicuro che possa raggiungere anche degli obiettivi irrealistici, dall’altra c’è un allenatore spavaldo che non sembra consapevole della patata bollentissima che si è preso tra le mani. E detto ciò, i risultati potrebbero continuare a non essere quelli sperati, per i più pessimisti andranno addirittura a peggiorare.

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