Sinisa, un morto che cammina per colpa del “nemico” Silvio

La partita di ieri sera contro la Juventus è finita come era prevedibile finisse. Bianconeri di troppo superiori al nostro Milan e, come se questo nel calcio non bastasse, anche cinici e fortunati. Non è bastato infatti alla compagine rossonera, scendere in campo con il coltello tra i denti. Tanta intensità e determinazione, hanno contribuito a riscaldare uno stadio intero dopo i primi minuti di buona Juventus. Per i restanti 40 del primo tempo e i successivi 20 della ripresa, nonostante i gol bianconeri, si è vista una squadra compatta e di certo non inferiore a quella che da tutti e dalla classifica, viene ritenuta la più forte del campionato. Ma allo sfortunato Milan targato Sinisa, tutto questo non basta.

Non avessimo già di nostri problemi, ecco accanirsi contro di noi anche i pali e le miracolose parate del portiere più forte degli ultimi 30 anni. Inutile dilungarsi sull’analisi dell’ennesima sconfitta. Meritata o meno che sia, è semplicemente un altro passo verso l’esonero a fine stagione di Sinisa Mihajlovic. Da mesi è partito il giochino che ci vede oramai protagonisti da almeno 3 stagioni. Una volta aprile e maggio erano i mesi delle grandi sfide; mesi di avvicinamento alle finali e contemporaneamente di programmazione per la sessione di mercato a venire. Adesso invece, il nome del Milan ha preso residenza nelle pagine di mercato. Mercato che purtroppo non ci vede più protagonisti di grandi acquisti, ma che accosta i nostri pochi buoni giocatori al termine più odiato da i tifosi di mezzo mondo, la “plus valenza”. Non bastasse questo stillicidio, ad essere coinvolti in questo tritacarne giornalistico, ecco esserci pure gli allenatori. Allegri prima, Seedorf e Inzaghi poi ed adesso Mihajlovic, hanno dovuto pagare pegno.

Berlusconi MihajlovicL’inadeguatezza della rosa è palese a tutti, tranne che ad una miope dirigenza che, privata della possibilità di ostentare il titolo di club più titolato al mondo, continua a sostenere l’insostenibile. Troppo difficile ammettere le proprie colpe. Il tentativo mal riuscito di Berlusconi che con le sue dichiarazioni aveva aperto a delle riflessioni sull’operato del management rossonero, è stato immediatamente riposto nel cassetto delle redazioni. Quelle amiche del vero potere forte in quel di Casa Milan. Quelle pronte a spostare l’attenzione dalla mal gestione dei 90 milioni dello scorso mercato, confezionando favelle e insinuando dubbi sulla gestione tecnica di Sinisa. Il serbo è un morto che cammina. Lo sanno tutti e lo sa anche lui. Chi lo conosce bene, scommette sulle sue dimissioni in caso di vittoria della finale di Coppa Italia. In caso contrario, a prendere questa decisione sarà la dirigenza. Ennesimo cambio, affinchè nulla cambi. Strategia che abbiamo scoperto già da diverso tempo. La rosa cambierà per l’ennesima volta; alcuni campioni verranno sacrificati in nome dell’ennesimo bilancio negativo; si bivaccherà in attesa che qualche ex comunichi a Galliani la voglia tornare alle discoteche milanesi e le poche certezze raccolte sotto la guida di Miha verranno inevitabilmente messe alla prova dal cambio della panchina. Quale sarà il prossimo allenatore lo si sa già da settimane.

A Silvio Berlusconi non serve pronunciare quel nome. Ai leccapiedi del Presidente tocca l’onere di farlo. E ahimè questo nome non esalta proprio nessuno. Non ce ne voglia il caro Cristian. Personalmente provo una sincera simpatia per un professionista esemplare e un uomo corretto che non ha mai provato a soffiare sulla brace posta da Berlusconi sotto la panchina del Mister serbo. Ho avuto l’occasione di conoscerlo e di scambiarci quattro chiacchiere. Persona piacevolissima e rossonero fino al midollo. Come si può biasimarlo per desiderare la panchina della squadra dove ha iniziato a dare i primi calci al pallone? Chi di noi, seppur consapevoli di non averne titolo, rifiuterebbe di sedersi sulla panchina del Milan? Anche per i tifosi di Sinisa come lo sono io quindi, nessuna guerra preventiva contro l’attuale allenatore della Primavera rossonera.

Il “nemico” in casa Milan non è lui ma colui che ha visto la partita dalla lussuosa villa di Arcore. Riceverò probabili attacchi per averlo definito “nemico”. In fondo sono un Non Evoluto irriconoscente, vero? Ma nulla mi toglie dalla testa che al gol di Pogba, qualcuno con in braccio un barboncino bianco, abbia sogghignato un “Cribbio, avevo ragione io”. E nello sfondo tanti “Certo Cavaliere”, “Ovviamente, Cavaliere”, “Come sempre, Cavaliere”.

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