Tra Brocchi e Mascherano. José Mauri-Milan, è arrivata l’ora?

Sognando Mascherano. José Mauri, i suoi diciannove anni, li vive così, con el Jefecito come idolo e modello a cui ispirarsi per sfondare nel mondo del calcio. Con calma, dedizione e lavoro, ma anche con un’esigenza: giocare molto di più. L’ex Parma, d’altronde, ha tutto per diventare un mediano importante: piedi buoni, intelligenza tattica, personalità e carattere. Oltre a un passo e a una conclusione niente male. Ora, col cambio mister e di modulo, anche l’italo-argentino potrà avere decisamente più chance di mettersi in mostra. Cristian Brocchi non ha usato mezzi termini: “È incredibile, si allena sempre al top – le parole al miele dell’ex tecnico della Primavera – Mi rivedo un po’ in lui“. Dichiarazioni decisamente forti e importanti che fanno sperare in un finale di stagione più dolce per il ragazzo di Realicó, relegato sinora al ruolo di riserva fissa.

Intendiamoci: Mihajlovic ha alcune colpe per quest’annata non esaltante, ma sui giovani è inattaccabile. Il serbo non ha paura di lanciare e puntare forte sui talenti ancora grezzi: gli esempi di Donnarumma, Romagnoli e Niang, con sfumature e premesse diverse, lo dimostrano platealmente. È per questo che stupisce ancor di più la desaparición di José Mauri, utilizzato appena cinque volte in stagione: quattro in Coppa Italia, dove ha potuto mettere nelle gambe qualche minuto, e una sola in Serie A (da 5′) sul campo del ChievoVerona. Decisamente troppo poco per un giocatore dalle qualità e dai trascorsi del “4” rossonero, corteggiato dalle più importanti big nostrane dopo un’annata da titolare in A da diciannovenne con il Parma. I tifosi e gli addetti ai lavori, dopo mesi di apprendistato a Milanello, vogliono vedere in campo il talentuoso italo-argentino.

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Ora, con Brocchi, il trend può cambiare. Non da Milan-Carpi, nonostante la squalifica di Kucka e il ko di Bertolacci (giocheranno Bonaventura interno sinistro e Boateng trequartista, ndr), ma dalle partite successive. Il rombo di centrocampo, oltre alla stima del nuovo mister, potrà essere la chiave giusta per riuscire a trovare spazio. Mauri può fungere da alter ego di Montolivo da mediano davanti alla difesa o agire da mezzala: le sue caratteristiche tecniche assortite gli consentono di disimpegnarsi bene sia da regista sia da incursore, con compiti di palleggio e di costruzione del gioco. Una carta “verde” ma preziosa e utile per chi, come il nuovo tecnico del Diavolo, punta su un rombo di centrocampisti intelligenti e abili col pallone. Non solo Locatelli: il futuro del Milan, a centrocampo, passa anche per i piedi e per la testa di Mauri.

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