Il trequartista non funziona, urge fantasia

Il presagio che una formazione con rombo e trequartista non funzionasse già aleggiava da tempo, ora è visibile a tutti. E pensare che i segnali chiari ed evidenti vi erano stati: le prime sette partite del campionato ancora in corso. Ciclicamente, la questione “fantasista dietro le punte” riappare e, puntualmente, viene bocciata schiantandosi su risultati deludenti e prestazioni negative, come sottolinea l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport.

boateng milan-carpi (spaziomilan)

Mihajlovic prima e Brocchi ora hanno dovuto affrontare l’impossibilità di attuare il 4-3-1-2, e i motivi appaiono molteplici. Dall’assenza degli uomini giusti in mediana fino all’incompatibilità delle caratteristiche dei giocatori offensivi, lo schema tanto caro al presidente sembra non riuscire a decollare. Ma analizziamo con ordine.
Gli attori papabili al ruolo di protagonista della trequarti sono 4: Boateng, Menez, Bonaventura e Honda, tutti più o meno non convincenti secondo la Rosea. Il ghanese, messo in campo contro il Carpi, ha dimostrato di non essere in condizione, togliendo un imbarazzo a mister Brocchi. Troppo fumoso, poco concreto e non incline ad un determinato tipo di lavoro. Simile situazione per il secondo possibile titolare, il francese Jeremy, che ancora non ha saputo convincere dal suo rientro dopo l’infortunio. La corsa, dunque, si restringe a due performer: Jack Bonaventura e Keisuke Honda. Il nipponico, l’unico ancora non testato da Brocchi, pare interpretare il ruolo all’antica mentre il numero 28 milanista sembra non possedere ancora i tempi corretti.

Il destino, dunque, si ferma di fronte all’ennesimo bivio tecnico-tattico: proseguire con il diamante in mezzo al campo oppure invertire la rotta e riabbracciare il 4-3-3.

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