Dentro (e fuori) l’atto di coraggio di Cristian Brocchi

Simone Basilico è nello staff di SpazioMilan.it dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, e collabora con Sprint&Sport, giornale di informazione sportiva di calcio giovanile e dilettantistico di Lombardia e Piemonte. E’ una delle prime firme del sito, specializzato nel settore giovanile rossonero.

Riavvolgiamo per un attimo il nastro. “Ho chiesto a Brocchi un atto di coraggio”, è il messaggio che il presidente Berlusconi lancia al popolo rossonero prima della sfida contro il Bologna. In quel momento – come ora – il Milan sta affondando nelle onde mediatiche dell’hashtag #silviovendi e sembra non esserci via d’uscita al vortice che avvolge il mondo rossonero. Poi sfuma l’Europa League e d’improvviso cala anche il sipario sull’avventura di Brocchi al Milan.

editoriale basilico

Cristian Brocchi non è un allenatore fatto e finito. Non è uno di quei predestinati che prendi e metti sulla panchina di una big e nel tempo di uno schiocco di dita rivolta completamente faccia ad una squadra. E’ portatore di un pensiero di gioco innovativo, futurista, molto all’avanguardia con il pensiero di Berlusconi e non stupisce per questo la grande sintonia fra i due. Però sicuramente ha sopravvalutato la rosa a disposizione. Non ha compreso – ma non poteva fare altro – che con questo materiale non si poteva cucire subito un gran bel vestito, ma prima forse bisognava coprirsi. Ma non è neanche nel suo stile, rimanere sulla difensiva: sennò non avrebbe dovuto neanche provare questa nuova avventura e rimanere comodo comodo sulla panchina della Primavera sarebbe stato l’ideale. Il passo però era breve e allora chi non avrebbe provato? Chi avrebbe avuto il coraggio di dire a Berlusconi che stava sbagliando tutto e che correva troppo? Ecco, nessuno. Ed è per questo che l’atto di coraggio è ancora valido e tale va rispettato.

Non siamo costretti a cospargere di miele qualcosa che non ci piace. C’è chi nel thé mette lo zucchero e ottiene comunque una bevanda dolcificante, chi invece predilige il prodotto delle api e ne va fiero. Due prodotti diversi che danno lo stesso risultato. La baraonda in casa rossonera potrebbe essere spiegata così: è stato provato il miele, ma ci si accontentava abbondantemente dello zucchero. Il problema è che probabilmente quest’ultimo è finito da un pezzo e neanche ce ne siamo accorti.

Twitter: @SBasil_10

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