Brocchi torna al 4-3-3, ma senza motivazioni non si va da nessuna parte

Nel secondo tempo della sfida contro la Roma, Cristian Brocchi è tornato sui suoi passi ed ha rinunciato al 4-3-1-2 per evitare eventuali figuracce, ricorrendo al più scolastico e accorto 4-4-2. Quest’ultimo sembrava anche essere il modulo con cui il Milan si sarebbe presentato sabato sera all’Olimpico per disputare la finale di Coppa Italia, ma ora sembra che si punterà sul 4-3-3. Sono bastate appena sei partite e poco più di un mese, quindi, al neo tecnico rossonero per rinunciare alla sua (?) idea di gioco e tornare su quello che qualcun’altro aveva già capito da tempo. Sinisa Mihajlovic, infatti, dopo alcuni tentativi con il 4-3-1-2 ed il 4-3-3, aveva capito che la squadra poteva esprimersi al meglio e rendere di più con il 4-4-2 che copre meglio tutto il campo e non ti fa correre troppi rischi in fase difensiva e Brocchi sembra volersi affidare alle tre punte.

Esperimento sicuramente non riuscito quello di Mister Brocchi che ha voluto insistere sul modulo con tre centrocampisti in mezzo ed il trequartista, ma ora appare assai paradossale che si voglia tornare al sistema di gioco a cui il suo predecessore si è affidato ad un certo punto della stagione. L’ipotesi 4-3-3, comunque, sembra la più adatta a questa squadra e l’unica che potrebbe permettere al Diavolo di giocarsela contro la Juventus. Resta un dato inequivocabile: qualsiasi modulo si scelga, sarà fondamentale cambiare l’atteggiamento in campo, la testa, la mentalità dei protagonisti. Con lo spirito con cui si è affrontata la Roma, infatti, si va incontro ad un’ennesima brutta figura, davanti a tutta Italia che assiste all’atto conclusivo della Coppa nazionale.

Le scelte del tecnico sono state rivedibili, così anche il volersi affidare al 4-3-1-2, ma non si può prescindere dalla giusta mentalità di chi scende in campo. Contro la Roma è mancato tutto. La voglia, la determinazione, la cattiveria, l’orgoglio per uscire da una situazione delicata, difficile. Cosa che invece si era vista, per esempio, nella gara contro la Juventus a San Siro, quando l’ultimo Milan di Mihajlovic se la giocò alla pari contro i bianconeri, nonostante venisse da un periodo difficilissimo. L’attuale tecnico rossonero deve dimostrare di essere bravo in questo, ricompattare quello che è rimasto del gruppo rossonero, far fuori chi non ha voglia e motivazioni e caricare al punto giusto quelli che deciderà di far scendere in campo, al di là del modulo e degli schemi di gioco.

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