Ancelotti: “A Istanbul non festeggiammo, giocammo bene tutta la partita ma…”

Carlo Ancelotti, ai microfoni di Goal.com, è tornato a parlare della finale persa contro il Liverpool, nel corso dell’annata 2004/2005, a Istanbul.

Queste, in merito, le sue dichiarazioni: “Ci sono state molte congetture, in merito alla finale del 2005. E’ vero che eravamo contenti, dal momento che avevamo giocato molto bene il primo tempo, ma eravamo concentrati anche per giocare la ripresa. A differenza di quanto sostenuto da molte persone, però, durante l’intervallo, negli spogliatoi, non festeggiammo. Parlai con i giocatori, per tre o quattro minuti, dicendo loro di rimanere concentrati, per fare in modo che giocassero un secondo tempo sulla falsa riga del primo. Ho guardato la partita, ma solo il primo tempo: nel secondo, ho rotto la televisione. Ci furono solo sei minuti in cui non giocammo bene e, per me, fu impossibile cambiare qualcosa. Molte persone mi dissero che avrei dovuto apportare cambi, ma non fu possibile. Quando subimmo il primo gol, pensai a cosa stesse succedendo, ma non ebbi tempo per fare nulla, perché il Liverpool segnò subito anche il secondo e il terzo gol. Dopo che la squadra riprese a giocare, apportai qualche cambio, in vista del finale di gara, facendo sostituzioni mirate ad avere in campo giocatori più freschi, ma, in quei sei minuti, fu impossibile fare sostituzioni“.

Carlo Ancelotti

E ancora: “Ho giocato tante finali, da giocatore e da allenatore, e quella di Istanbul fu la migliore: batte addirittura quelle di Manchester, Atene e Lisbona. La squadra giocò molto bene non solo nel primo tempo, dove concludemmo in vantaggio per tre a zero, ma anche nella ripresa e nei supplementari. Creammo tante occasioni, prima dei rigori. Quando arrivammo ai rigori, però, fu impossibile vincere. I giocatori non erano più lucidi: pensavano come fosse stato possibile che, giocando così bene, la finale dovesse essere decisa ai calci di rigore. Non avevamo più la testa giusta, per tirare i rigori, e, così, perdemmo. Avevamo alcuni ottimi rigoristi, ma, in una situazione come quella creatasi, la tecnica passa in secondo piano: prevale l’aspetto psicologico. Non ci si può allenare, per la lotteria dei rigori, perché non è possibile ricreare l’atmosfera e la pressione di quei momenti. A essere tranquilli e sereni, si può segnare, altrimenti, è impossibile“.

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