Cessione Milan, 13 giugno sarà giorno chiave. Berlusconi incerto

Prudenza. Dopo il pranzo di ieri ad Arcore non è cambiato quasi nulla, perché il Milan ha occupato poco o niente nel classico pranzo di famiglia, per l’occasione allargato a una rappresentanza di Fininvest. All’ordine del giorno c’erano le elezioni, l’argomento Milan invece affrontato ma non sviscerato. Siamo in una fase di stallo pericolosa, eccessivamente lunga e negativa per il mercato: a livello pratico i contatti proseguono, ma nell’incertezza generale.

Le perplessità di Berlusconi hanno posto un robusto punto interrogativo sulla vicenda, però l’affare non sta saltando per aria: i colloqui con gli investitori cinesi, rappresentati dal Sal Galatioto e Gancikoff, vanno avanti quotidianamente tanto che si sta concludendo la due diligence (l’analisi dei conti) e allo stesso tempo stendendo la bozza contrattuale. Insomma il lavoro procede come se la cessione si concluderà, solo che Silvio non è ancora convinto. È rimasto l’unico a poter aggiungere o togliere qualcosa, perché i manager della holding di famiglia hanno già completato la loro esposizione. La data chiave sarà lunedì prossimo, svela La Gazzetta dello Sport, ovvero a 48 ore dal termine dell’esclusiva, quando è in programma un vertice molto delicato per capire se i termini verranno prorogati (dal 15 al 20) e, attenzione, il piano economico della cordata.

arcoreSì perché il presidente non solo pone regole e condizioni semi-obbligatorie, ma non avrebbe ancora capito se nei 400 milioni da spendere in 3 anni promessi dai cinesi siano o meno compresi i debiti. Uno scenario, nel caso, radicalmente opposto e peggiore. Allora magari è così che si motiva l’umore di Berlusconi: il gioco delle parti, uno stimolo per cambiare al rialzo l’offerta. Il problema non esiste fare la guerra di nervi, adesso. Ne va della prossima stagione, a un mese dal raduno senza chiarezza su squadra e allenatore.

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