La duttilità è il modulo di Montella. Il 4-3-3 il più usato ma…

Finalmente il Milan e i milanisti possono cominciare a pensare alla prossima stagione con qualche indizio in più su come sarà la squadra dell’imminente futuro. Prima di tutto c’è il mercato che dovrà rinforzare una rosa ormai da troppo tempo al di sotto degli standard. In secondo piano ma certamente non meno importante sta il quadro tattico che Vincenzo Montella intende applicare.

Lo stile di Montella è variato spesso da quando iniziò a Catania, specialmente a Firenze tenne un modulo di base, il 4-3-3, che però veniva declinato in altri schemi tattici sia durante la gara sia nel corso della stagione. Un’alternanza di moduli che non ha comportato problemi alla Fiorentina in quegli anni, ma che anzi fece della duttilità uno dei suoi punti di forza. Basti pensare che partendo sempre da una difesa a 4, Montella ha schierato sempre tre difensori centrali come Rodriguez, Savic e Tomovic adattato a terzino bloccato a destra, per permettere a sinistra a Pasqual la libertà di spingere a tutto campo; oltre ai tre centrocampisti centrali con compiti di impostazione e interdizione, in avanti due punte centrali più un esterno a destra che nei primi anni è stato Cuadrado sostituito in seguito da Joaquin: questo col compito di abbassarsi frequentemente a prendere palla trasformando così la squadra in un 3-5-2 aggressivo sia in pressing sia in ripartenza.

MontellaAlla Sampdoria è stato un po’ più difficile sperimentare anche per via della qualità della rosa. Tuttavia abbiamo potuto apprezzare come Montella ha provato a imprimere un gioco fatto di possesso palla partendo dal basso con tutti i palloni passanti per i piedi di Fernando. Un gioco rapido ma che, proprio per le scarse doti tecniche specialmente dei difensori, è stato un mezzo suicidio: il pressing degli avversari è stato spesso un problema dalla difficile soluzione per la Samp, basti ricordarsi di quel Milan-Sampdoria a San Siro concluso 4-1.

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