Bacca segna sempre, da qui si deve ripartire

DIMITRI BANNER 2014Nazionale, maglia di club, competizioni nazionali o internazionali. Non c’è differenza, non c’è pressione che tenga, Carlos Bacca timbra il cartellino e continua ad aggiornare le sue strabilianti statistiche realizzative. La rete segnata di testa al Paraguay qualche notte fa è la sua prima in Coppa America e ha regalato alla sua Colombia il passaggio ai Quarti di finale con un turno di anticipo. Una rete da rapace d’area di rigore, da rapinatore, una rete delle sue che descrive alla perfezione tutte le sue caratteristiche. Non sarà bellissimo da vedere, non avrà i colpi da fuoriclasse, non riuscirà a dialogare alla perfezione con i compagni, ma Carlos si conferma tremendamente efficace e capace di fare una cosa fondamentale nel gioco del calcio: mettere la palla in rete. Beh, in quello è davvero un fenomeno.

Siviglia, Colombia, Milan; Europa League, Liga, Serie A, Coppa America: per lui non fa differenza, se c’è una palla da mettere dentro lui risponde presente. Ora, la sua prerogativa è quella di continuare a segnare per portare, insieme a James Rodriguez e Cuadrado, quanto più lontano possibile la sua Nazionale e regalare un sogno ai suoi connazionali. Poi, si saprà qualcosa di più circa il suo futuro, un futuro ancora incerto e che è legato ad un filo sottilissimo. Parte o va via? Al di là della situazione societaria incerta, Bacca deve anche decidere da se cosa è meglio per la sua carriera, per la crescita di un bomber che, numeri alla mano, merita di disputare la Champions League. Con il Milan, invece, non disputerebbe nemmeno l’Europa League e questo è un elemento che pesa parecchio.

Dalla società, però, almeno da quella attuale, dovrebbe partire una direttiva forte e chiara. Bacca dovrebbe essere tenuto stretto a meno di offerte irrinunciabili che al momento non sembrano esserci. Di certo non può esserlo quella del West Ham che con 20 milioni sperava di portarselo a casa. Il Milan sembra essere disposto a trattare se l’offerta salisse almeno a 25. Un paradosso. Un estate fa, infatti, Carlos era stato acquistato per 30 milioni e addirittura svalutarlo sembra davvero assurdo. Sembra assurdo soprattutto che questo avvenga dopo una stagione da 20 gol, mica pochi se si considera che si trattava del primo anno in Italia. Un anno in cui gli sono piovute anche critiche da chi di certo non si strapperebbe i capelli se dovesse essere ceduto.

Spesso in stagione è stato criticato. A molti non piace per il suo tasso tecnico non elevatissimo, a molti non piace perché non è il classico calciatore che illumina le platee e non è in grado di aiutare molto la squadra in fase di contenimento. Parte di questo è vero, ma nel Milan meno forte degli ultimi trent’anni e in una squadra completamente allo sbando, non è certo facile raggiungere la doppia decina. Venti gol, di cui diciotto in Campionato e due in Coppa Italia, da bomber vero senza i Pirlo, i Rui Costa, i Kakà e i Seedorf e neanche i James e i Cuadrado della Colombia. Nonostante questo non sembra essere considerato né insostituibile, né incedibile e non sembra convincere del tutto. Eppure da Carlos bisognerebbe ripartire.

Impostazioni privacy