Montella, mistero sulla clausola. Decisivo il via libera dei cinesi

Montella si è legato al Milan via PEC, senza bisogno di viaggiare. Ieri sera si è chiusa con una semplice mail la maratona per scegliere il successore di Brocchi: all’ex Samp un biennale da 2.3 milioni di euro netti a stagione. A prolungare i lavori ha contribuito non poco la clausola liberatoria del tecnico campano: 1.1 il valore iniziale, una via di mezzo il compromesso finale per La Gazzetta dello Sport dopo l’insistere di Galliani e il suo agente Lucci nel minimizzare tale cifra. Forti della promessa strappata un mese fa – quando per il 42enne sembrava imminente la chiamata della Nazionale – di andare via gratis.

Sospiro di sollievo dalle parti di via Aldo Rossi, dato che due estati fa l’ingaggio dell’Aeroplanino (dalla Fiorentina) saltò per la costosa opposizione della famiglia Della Valle. Rimane ancora da chiarire, comunque, l’eventuale pagamento alla società di Ferrero per liberare l’allenatore: Sky, per esempio, ha negato questo dettaglio perché i blucerchiati con la rescissione consensuale risparmieranno già fino a 8-9 milioni. In ogni caso, prima del rush finale, l’AD rossonero aveva lasciato la sede per far visita a Berlusconi al San Raffaele. Il presidente, dopo essersi congedato affettuosamente da Brocchi, è stato aggiornato sull’evoluzione della panchina. Un accordo a più voci, all’interno del quale – questo l’aspetto inedito – ha avuto un peso rilevante il parere degli acquirenti cinesi. Silvio volevo Brocchi, Galliani (e Sacchi) spingeva per Giampaolo, la cordata sponsorizzò prima Emery e poi De Boer.

berlusconi galliani 2 (spaziomilan)Ma la pista straniera non convinceva Silvio. A dare forza alla soluzione Montella è un retroscena della scorsa settimana, quando in gran segreto è venuto a Milano per incontrare il Condor ma soprattutto conoscere Gancikoff, il rappresentante della cordata orientale destinato a possedere un ruolo di rilievo nel nuovo corso.

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