Almeno si riparte senza i bad boys

Daniele Mariani è giornalista pubblicista da dicembre 2013. Nello staff di SpazioMilan.it fin dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, e vicedirettore dal 2012. Collabora con Mi-Tomorrow, Yahoo Sport Italia, Radio Milan Inter (96.1 FM) e il Giornale di Vimercate. È ospite di Top Calcio 24, Milan Channel e Calcissimo TV.

Meglio il silenzio, meglio aspettare. Basta parlare di cinesi, cessione e maggioranza. Di quasi nulla. A due mesi dall’inizio dell’affarone non si sanno ancora i nomi degli investitori – va bene la privacy e il rumoroso precedente Mr. Bee, ma così è prendere in giro – né le cifre dell’affare in quanto ai 500 milioni per il 70% manca da sempre una conferma ufficiale. A un mese dalla fine di una stagione fallimentare, 7mo posto in campionato e finale di Coppa Italia persa, il Milan non ha fatto una operazione di mercato a parte Vangioni e i rinnovi – cominciando da quello di Montolivo, il meno limpido ed entusiasmante per i tifosi – e nel mese di giugno è fermo a zero acquisti nonostante un gruppo ampiamente inadeguato. Assurdo e gravissimo, al di là delle ragioni dell’esclusiva.

Ma per asciugare le debolezze della squadra rossonera, riorganizzando il disordine, ad oggi può bastare perdere i caratteri peggiori e i giocatori sbagliati. Liberarsi di Balotelli, Boateng e Mexes (da salvare per personalità e impegno in campo), prossimi alla scadenza, rappresenta già un grande passo. Sembra ovvio, sono in scadenza e hanno appena fatto poco o male, ma non per questa società. Mario aveva mille occasioni e scuse per guadagnarsi la permanenza, Galliani lo spingeva e Raiola sperava, però l’ex Liverpool è riuscito nell’impresa di spedire fuori un rigore a porta vuota. Probabilmente bastava segnarlo per restare, fiuuu. Prince, aprendogli le porte di Arcore, e Philippe, opponendosi da solo al (doppio) addio la scorsa estate nonostante l’ordine di Mihajlovic, invece, sono “opere” di Berlusconi. Si è arreso anche lui. Si riparte da qui, senza di loro e dando maggiore importanza agli uomini. In queste senso dovrebbe andare via anche Menez e serviranno, per motivi differenti, riflessioni coraggiose su Bacca e Niang.

bacca niang milan-genoa (spaziomilan)Sul colombiano, di pari passo alla normale voglia di guardarsi attorno e preferire diversamente va aggiunto che per lo spogliatoio sarebbe un grosso problema “solo” se al suo posto non arrivassero un assegno da almeno 26.5 milioni e un rimpiazzo dello stesso livello. Difficile da gestire, solista e insofferente: forte ma niente leader. In giro esistono profili più adatti alle esigenze di via Aldo Rossi.

Twitter: @Nene_Mariani

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