Abate: “Solo 2-3 squadre meglio di noi, basta mediocrità. Voglio l’Europa ed un futuro come…”

Essere nostalgici a 29 anni può significare solo due cose: che si ha un carattere particolarmente sensibile, oppure che il tempo ha tolto qualcosa che si avrebbe voluto tenere con sé. Ignazio Abate lotta per andare avanti perché il Milan per ripartire ha bisogno di gente come lui nello spogliatoio. Inizia così la Gazzetta dello Sport, introducendo l’intervista esclusiva avuta con il terzino milanista, in quel di Chicago. Si parte con le nuove sensazioni del gruppo: “Sto bene, è solo che mi sento stranito perché non ho più nessuno dei vecchi compagni nello spogliatoio. Fa un certo effetto. Voglio dire che quando sei in un gruppo vincente diventa tutto più semplice. Ma occorre saper voltare pagina e pensare all’unica strada possibile: sacrificio, lavoro e umiltà. Maggiori responsabilità? Me le sono sempre prese. Ormai credo di essere un punto di riferimento per il gruppo, anche perché i compagni vedono che vivo per questa professione e per essere di esempio ai più giovani”.

abate (spaziomilan)

Si sente la necessità di ripartire in quel di Casa Milan, ma Ignazio ha ottime sensazioni sulla rosa a disposizione. “Questa non è una squadra da buttare. Ha valori tecnici e morali. E’ un gruppo che non può restare fuori dall’Europa, ed è un peccato ci siano giocatori che rendono solo al 60-70%. Non esiste galleggiare nella mediocrità, anche perché reputo superiori a noi soltanto 2-3 squadre. Forse meno, visto chi ha perso il Napoli… Obiettivi stagionali? Se rispondo di pancia dico che non ce la faccio più a non giocare la Champions. Troppo tempo senza. O comunque si può anche restar fuori, ma giocandosela fino alla fine. Non si può essere senza obiettivi a due mesi dalla fine. Se rispondo razionalmente, dico che l’Europa, in generale, sarebbe già un passo avanti. Occorre lavorare molto sulla nostra autostima e consapevolezza, che negli ultimi tre anni ci sono mancate. Patto con il Diavolo per tornare competitivi? Un anno di tribuna. Anzi, forse no. Dopo due partite sarei già fuori di testa”.

Analizzate le questioni tecniche e le possibilità dell’annata alle porta, l’esterno difensivo azzurro passa a nuove tematiche come la novità Montella ed il futuro personale: “E’ preparato, ha un’idea precisa di calcio, è equilibrato caratterialmente, parla poco ma centra sempre il punto. E poi fa allenamenti divertenti. Sul mio futuro, poi, c’è poco da dire: voglio chiudere con questa maglia, se lo meriterò. Mi vedo solo qui. E dopo vediamo. Prima avevo una mezza idea di allenare, ora mi vedo di più in giacca e cravatta. Mi stuzzica l’idea di poter gestire il mercato. Mi ci vedrei a fare il ds”.

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