Tra casse vuote e tempo per cedere: il Milan è paralizzato

Il tempo scorre veloce e, inevitabilmente, si avvicina la scadenza: Berlusconi non potrà più permettersi tentennamenti, dovrà decidere a breve. Il programma prevede la firma del preliminare entro fine luglio e, secondo quanto svelato da La Gazzetta dello Sport, la cordata cinese non ha intenzioni di proseguire oltre l’ultimatum prefissato. Lo stato d’animo dei potenziali acquirenti risulta decisamente alterato, tendente allo spazientito, come dimostra anche il montante pressing nei confronti del Cav. Dovesse fornire una risposta in tempo, il futuro sarà GSR e Sonny Wu.

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La situazione appena descritta ha evidenti effetti collaterali su più settori societari. Uno di essi, se non il più affetto, è indiscutibilmente il mercato, paralizzato per ragioni già rivelate. Qualora dovesse arrivare la firma, evidenziano i colleghi, lo scenario non muterebbe un granché: una larga parte dei 500 milioni della valutazione del club, entreranno solo al momento del closing definitivo, dunque spendibili per la prossima campagna di rafforzamento in quel di gennaio. L’esborso cinese di agosto, continua la Gazzetta, sarà di circa 15 milioni (il nulla per il mondo delle trattative), con Fininvest che ha già fatto intendere che non finanzierà altre operazioni di tasca propria. Niente estate faraonica dunque, potere all’autofinanziamento, in attesa del contante asiatico.

Chi questi soldi, cinesi o di Fininvest che siano, dovrà gestirli, sono Adriano Galliani e Nicolas Gancikoff. Prosegue, tra i due, la condivisione più totale del lavoro: ogni cosa viene fatta in due, qualsiasi tipologia di mansione, ogni tipo di contratto, anche quello dei giovani calciatori o di elementi dello staff. Lo storico ad resterà uomo societario fino al closing, poi il futuro si vedrà: soltanto un contatto con la nuova proprietà potrà chiarire le strade future.

 

 

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