E se l’affare del Milan fosse Niang?

Ha avuto tempo per recuperare dalle sciocchezze del passato e adesso Niang sta vivendo un buon momento. Non ha ancora segnato più di 5 gol in un campionato, ma i primi complimenti di Montella sono stati proprio per lui; probabilmente influenzato da quel Milan-Samp del novembre 2015, quando face doppietta e assist. L’attaccante rappresenta una sorta di cantiere, questione di tecnica, personalità, piedi e testa, e l’allenatore chi può far al miglior caso della sua rosa.

Se la prima giornata fosse domani, analizza La Gazzetta dello Sport, l’Aeroplanino giocherebbe a 4 in difesa e a 3 a centrocampo. In avanti, poi, spazio alla creatività: 4-3-3, 4-3-1-2 o 4-3-2-1. E M’Baye ha il vantaggio di poter occupare più ruoli. Allora, nella gara di San Siro, giocò da punta in coppia con Bacca anche se Carlos rimarrà ancora per poco in rossonero. A differenza del francese, pronto a restare: ha tiro, fisico e accelerazione. Trovasse equilibrio sarebbe in grado di ricoprire quasi ogni ruolo offensivo, i mezzi non gli mancano. Non a caso ai tempi del Caen si sprecavano gli osservatori che andavano ad osservarlo (Arsenal e Juve, per esempio). Niang è ancora giovane, 22 anni da compiere a dicembre, ha un potenziale da top e può ancora diventare un giocatore di livello superiore. Soprattutto al Genoa si sono visti segnali eloquenti: ne ha segnati cinque in mezza stagione, piazzandosi ai primi posti fra i migliori calciatori di quel finale di Serie A.

Montella AcMilan_9Ma ora dipenderà dalla testa, nonostante da Milanello garantiscano che sia un bravo ragazzo. Va preso nella giusta maniera, va coinvolto e gestito con attenzione perché il carattere è comunque particolare. In campo è abbastanza grande, fuori no e deve imparare a farlo. Deve crescere. Il tempo c’è e in più si aggiunge, appunto, la chiave Montella: il primo a volerlo conoscerlo e magari lanciarlo a tutti gli effetti. Ma senza balconing, grazie.

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