Berlusconi lascia col colpo di scena. Milan cinese senza Gancikoff

Se pensiamo solamente a quante parole sono state dette e scritte sulla cessione del Milan negli ultimi due anni, potremmo riempirci pagine e pagine di enormi tomi da far impolverare: sì, perché nonostante la mole di notizie date un po’ da tutti sulla questione, l’atto finale, come nei migliori romanzi, ha previsto un colpo di scena incredibile.

Partiamo col riordinare la trama. Entrano in scena Mr. Bee Taechaubol e Mr. Lee che vogliono separatamente comprare il Milan. Berlusconi tratta un po’, confondendo spesso i due personaggi, dando da pensare che le trattative siano una farsa. Si va avanti senza firme per un anno, quando irrompono sulla scena Sal Galatioto e Nicholas Gancikoff, advisor di una cordata cinese che per molti mesi rimane senza il nome di un frontman. Le trattative con lo loro paiono procedere spedite e la firma su un preliminare sembra arrivare già a maggio, ma si dovrà attendere solamente fino ad oggi, 5 agosto, dopo 3 mesi di slittamenti. Nonostante fino all’ultimo sembrassero invariati i ruoli degli astanti, a parte il susseguirsi di cinque o sei nomi di imprenditori cinesi accostati alla cordata acquirente e il reinserimento last minute di Mr. Bee, proprio all’atto finale una figura viene a mancare all’appello: Nicholas Gancikoff.

BerlusconiPrima avvicinato dagli stessi cinesi ad Adriano Galliani per promuovere un mercato con finalità coordinate, poi, in seguito ad una rottura, tagliato fuori dall’affare. Secondo alcuni il problema si è verificato quando Gancikoff ha espresso la volontà di sostituire lo stesso Galliani nel ruolo di amministratore delegato tagliandolo completamente; questo contro la volontà della proprietà cinese che avrebbe voluto tenere l’attuale AD rossonero in società. Dall’elicottero in campo ad una vendita elettrizzante, possiamo dire che, in più di 30 anni di era Berlusconi, non ci siamo fatti mancare proprio niente.

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