Un brasiliano a Ferragosto

Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista dal 2006 e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi un decennio di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), si è occupato per oltre due anni della comunicazione di alcune tra le più importanti manifestazioni fieristiche europee per poi intraprendere la strada di Food&Beverage Manager e CEO di una società del settore moda a Milano. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” ogni domenica su Radio Reporter. E’ direttore editoriale della free press pomeridiana Mi-Tomorrow.

Ai tempi dello Shakhtar Donetsk, in otto anni, aveva segnato 128 gol in 266 partite ufficiali. Erano altri tempi e, soprattutto, era un altro scenario per Luiz Adriano che ieri, però, nell’amichevole contro il Friburgo ha voluto mandare un eloquente telegramma a Vincenzo Montella: “Ci sono anch’io”. E se fosse lui l’arma in più per il tecnico del Milan?

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Con Matri in partenza e Lapadula ai box, il brasiliano diventa una carta decisiva per Montella, almeno sul piano numerico. Poi, a suon di gol, si ragiona meglio e Luiz Adriano sa bene di giocarsi tanto da qui al 31 agosto, giorno di chiusura del mercato estivo. D’altronde, l’esperienza dello scorso gennaio insegna: sbarcato in Cina e ormai venduto, si è ritorvato tre giorni dopo imbarcato verso Milano. Ci voleva carattere per sopportare una situazione del genere, trovandosi nel giro di pochi giorni dallo status di “ceduto” a quello di “reintegrato”. I gol del brasiliano saranno stati anche pochi, ma il suo fisico può mandare in crisi le difese italiane. Lo sapeva bene Mihajlovic che usava Luiz come arma “spacca-partite” in corso d’opera.

Non saranno due reti a Ferragosto a riabilitare un anno al di sotto delle aspettative, ma in mezzo a tante “teste calde” l’attaccante brasiliano si è distinto per la sua professionalità e per spirito di sacrificio. Già solo queste motivazioni basterebbero per concedergli una nuova chance. Se ci aggiungiamo il curriculum… Tanti buoni motivi per non svendere e provare a valorizzare il “materiale” oggi nelle mani di Montella

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