Lettera aperta a Gigio Donnarumma

Simone Basilico è nello staff di SpazioMilan.it dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, e collabora con Sprint&Sport, giornale di informazione sportiva di calcio giovanile e dilettantistico di Lombardia e Piemonte. E’ una delle prime firme del sito, specializzato nel settore giovanile rossonero.

editoriale basilico

Caro Gigio,

Sento la necessità di scriverti questa lettera perché ho una confessione da farti.

Lo dico apertamente: non credevo che ce la facessi. Lo ammetto serenamente, senza patemi. Con la convinzione di averti visto all’opera tante volte da “ragazzo prodigio” nella Primavera, quando si intravedeva lo straordinario talento che possedevi dentro e, come è giusto che sia, commettevi i tuoi primi errori da portiere del Milan. Ma se non può sbagliare chi deve ancora compiere 18 anni, chi può farlo?

Non pensavo che avessi retto l’urto. La capacità di fare le cose “da grande” essendo tu ancora “piccolo”. E ce le vuole, lì in mezzo, per farsi strada. Soprattutto se i tuoi compagni di reparto hanno il doppio dei tuoi anni e tu arrivi da un percorso rigorosamente sotto età (probabilmente la tua fortuna – e bravura di chi ti ha indirizzato – è stata proprio questa: giocare fin da piccolo con ragazzi più grandi te), mettendoti in mostra anche quando contro avevi attaccanti di 2, 3 o 4 anni più grandi di te. Ma a te non importava, per te l’unica cosa che contava era già fermare quel pallone diretto verso la tua linea di porta. E domenica sei entrato nella storia: il più giovane portiere a parare un rigore in Serie A.

Eppure non ho nessun timore a ricordare il tuo passato rossonero, fatto di parate spettacolari ma anche di errori banali. Ed è chiaro, adesso, che il cerchio si chiuda. Mi ricordo come se fosse ieri i quarti di finale giocati difendendo la porta della Primavera di Brocchi contro il Torino (un caso?) alle Final Eight il 10 giugno 2015. Ricordo anche la pagella che ti diedi: 5, come i rigori che calciò il Torino nella serie finale dei tiri dal dischetto per decidere la prima semifinalista. In quella partita, probabilmente la più prestigiosa prima del tuo esordio in Serie A, non mi eri piaciuto. Insicurezza coi piedi e qualche problemino con le palle alte, ma le parate decisive nella ripresa erano lì a testimoniare che la strada fosse quella giusta. Poi quel primo rigore parato a Rosso, proprio come domenica a Belotti. Torna davvero tutto. E qualche mese più tardi, l’esordio a San Siro.

Emozioni che si intrecciano legate al tuo nome. Non avrei mai scommesso che una volta sceso in campo, in quell’esordio contro il Sassuolo, poi il posto non l’avresti più lasciato a nessuno. Mi sembrava fosse passato tutto troppo velocemente, che Mihajlovic fosse sì un visionario, ma anche un incosciente. Ma solo chi apre gli occhi e cambia idea poi riesce a guardare la realtà con lucidità: tu, Gigio, adesso, sei la cosa grande di questo Milan. Un ragazzino che ancora non ha la patente che gioca in mezzo ai grandi e li prende anche in giro, salvando una squadra all’ultimo secondo di una partita che sembrava vinta e poi pareggiata. Invece all’appuntamento col destino non sei arrivato in ritardo e ci hai fatto vivere con più serenità questo esordio in campionato. Non bastano i ringraziamenti.

Io non so dove ti porterà la tua carriera, quali iperbole ti accompagneranno e se saprai districarti fra le tortuose buche di una carriera da calciatore. Ma una cosa la so: hai scritto la storia, sei già storia.

Perché ci piace fotografare qualcosa e tenerla per sempre dentro, a noi tifosi. E quell’immagine della tua parata su Belotti a tempo oramai scaduto è già nel nostro cuore.

Grazie, Gigio.

Twitter: @basilicosimone

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