È un Milan diverso: buon gioco a sprazzi, ma rimane il grosso problema mentale

Coraggio, personalità, sicurezza e temperamento. Erano aspettative e richieste di Montella alla squadra, in conferenza alla vigilia del Napoli, qualità presenti e apprezzabili in buoni tratti della gara. Ma il problema, ancora una volta, è stata l’assenza completa di una via di mezzo: quando c’erano i rossoneri hanno dimostrato autorevolezza, quando non c’erano sono spariti dal campo.

Aspetto chiaramente mentale, analizza La Gazzetta dello Sport, su cui l’allenatore dovrà lavorare parecchio perché è la stessa problematica riscontrata nella tournée estiva. Il Diavolo ha come l’interruttore della luce dietro alla schiena e qualche avversario – vedi il Napoli – si diverte e si divertirà a giocarci come un bambino in salotto. La testa ancora non funziona bene e soprattutto non regge una gara per intero, lo testimoniano le due ingiustificabili espulsioni di Kucka e Niang (e l’epilogo con il Torino). In un momento decisivo, poi, dato che i padroni di casa avevano sì appena segnato il vantaggio (3-2), ma il gruppo dell’Aeroplanino arrivava da una doppia rimonta immediata – da 0-2 a 2-2 in pochissimi secondi – e poteva recuperare di nuovo; o almeno provarci seriamente, al posto di buttarsi via ingenuamente.

Milan-Torino Niang SMNel post-San Paolo i commenti del tecnico sono stati lucidi e condivisibili, compresi i passaggi sul mercato (“Ho qualche amarezza per quello che non è successo. Forse i cinesi hanno sbagliato bonifico“). Di giocatori ne sono arrivati, di rinforzi molto meno e di colpi veri nessuno. Galliani ha dichiarato Pasalic l’acquisto finale di questa sessione, in mancanza di cessioni (è rimasta quasi solo quella di José Mauri), ma il Milan non è certamente a posto così. Montella si consola con la prestazione, a sprazzi, di idee offensive e gioco importante: basterà?

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