Calma nei giudizi, reazione in campo: vicini a Montella, che può fare di più

La sconfitta contro l’Udinese ha riaperto la voragine dei malumori dei tifosi e di tutto l’ambiente rossonero che sono tornati con commenti e previsioni catastrofiche. ‘Pensiamo a salvarci’, ‘siamo da metà classifica’, erano solo alcuni dei borbottii dei pochi e stufi supporters rossoneri all’uscita da San Siro dopo gli zero punti contro i friulani. Esagerazione portata dalla rassegnazione ma il rischio di fallire ancora c’è.

Però fasciarsi la testa alla terza giornata non avrebbe senso, la filosofia di gioco e le idee di Montella sembrano buone. Calcio offensivo e imposizione del gioco, poi gli interpreti sono praticamente gli stessi dell’anno scorso e vedere subito i risultati è un’impresa tutt’altro che facile. Inutile fare voli pindarici, questo gruppo deve cercare di puntare all’Europa League, a tornare a giocare in settimana anche se no dalla porta principale. Un obiettivo chiaro e raggiungibile anche con questo gruppo. Nella passata stagione con Mihajlovic e Brocchi alla fine si è arrivati a un punto dal Sassuolo. Un disastro complessivo ma con un paio di partite fatte in maniera più concentrata si poteva raggiungere il sesto posto. Così non è stato e nessuno possiede la sfera di cristallo per sapere che Milan sarà e dove potrà arrivare. Sono andati via alcuni giocatori tecnicamente validi ma mediaticamente ingombranti (anche a livello di ingaggi), vedremo se i sostituti riusciranno a creare lo spirito compatto per arrivare a togliersi delle soddisfazioni.montella-1-milan-udinese-spaziomilan

Ma la fiducia deve essere massimo, almeno inizialmente far sentire l’appoggio è fondamentale. Vero che se non si dovesse fare risultato anche con la Sampdoria sarebbe un dramma ma è altrettanto vero che contro Torino e Napoli qualcosa di buono, al quale aggrapparsi per il futuro, si è visto. Il mister ha l’esperienza giusta e le capacità per uscire da questa situazione. I giudizi definitivi vanno trattenuti e sentenziati fra qualche tempo. Prima c’è un’Europa da inseguire.

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