Resistenza e quasi colpaccio al Franchi: Montella si difende, il Milan si sta superando

Resistenza Milan al Franchi. Non è arrivata la terza vittoria di fila, ma per come si è sviluppata la gara Montella può essere contento lo stesso: ha portato via un punto in mezzo alle difficoltà, imbragato per almeno un’ora di gioco e aggrappato solo alle azioni di rimessa. Va bene così. I rossoneri rimangono aggrappati al quarto posto (la zona Champions è a -1) e per ora – parere de La Gazzetta dello Sport – stanno viaggiando a una velocità superiore rispetto alle reali potenzialità.

La Fiorentina ha giocato meglio, il Diavolo ha rischiato di vincere. In campo due forze uguali ma opposte: i viola spingevano per assediare, Montolivo e compagni si ritiravano per ripartire di scatto. Sousa voleva attaccare a manetta e nel finale ha chiuso con una linea offensiva a 4 (Tello, Babacar, Bernardeschi e Kalinic), invece Montella premeva per non prenderle e nella ripresa ha arricchito la formazione iniziale con cambi conservativi (Antonelli e Locatelli, per esempio, per Bonaventura e Niang). Com’è cambiato l’Aeroplanino… Proprio ai tempi di Firenze aveva la fama del piccolo Guardiola, adesso si arrangia con gli ingredienti che ha e ragiona con una mentalità all’italiana: difesa e contropiede. Niente di cui vergognarsi, ma nemmeno un grande spettacolo. Ieri un solo tiro in porta, telefonata di De Sciglio, e il possesso palla più misero dall’inizio del campionato (38%). Le note positive, comunque, sono evidenti: l’atteggiamento resta appagante, la porta imbattuta da 3 giornate in serie – non accadeva dal maggio 2013 – e la fase difensiva, fondata sulla bravura di Donnarumma, in qualche modo funziona e riesce pure ad innescare pericolo in avanti.

montella-2-milan-udinese-spaziomilanLa Fiorentina ha dominato a centrocampo, aggiunge GaSport, grazie all’esagono formato da Badelj-Borja Valero-Bernardeschi e soci, imprigionando a lungo il Milan e costringendo Montolivo al lavoro sporco: il capitano ha sofferto ma retto bene, uscendo alla distanza. L’anello debole è stato De Sciglio, ripiombata nel marasma pre-Europeo: sulla sua fascia permette di tutto e da il là al rigore (sbagliato) di Ilicic. In fondo lo 0-0 è giusto: chi tanto attacca e poco concretizza non merita di perdere, ma neanche di vincere.

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