
“L’ho sentito, era dispiaciuto. Non ce l’aveva con i tifosi, ma con il popolo dei social dove chiunque può scrivere qualsiasi cosa, offendendo le persone. Non va bene così” cit. Adriano Galliani.
Egregio Geometra Galliani, esordisco così non tanto perché è il titolo professionale da lei in possesso, bensì per aiutarla ad abituarsi a sentirsi citare come tutti la chiameranno non appena svestirà i panni di dirigente dell’ Ac Milan, insospettabili fidati inclusi.
Veniamo pero’ a noi. Pur capendo l’attuale frustrazione nel vedere i giornali riempirsi di articoli riguardanti la nuova proprietà, lasciando di conseguenza poco spazio ai virgolettati in salsa “siamo a posto così” e ai “siamo ultracompetitivi”, mi permetta di rispondere alla sua brillante esternazione con la quale ho iniziato questa lettera a lei dedicata.
Possibile che a 7 anni dall’inizio delle contestazioni sulla rete, Lei non sia riuscito ancora a capire da che parte sono arrivate tutte le critiche rivolte a lei e alla società in questi anni di continuo declino rossonero ? Possibile che alla vigilia del 2017, lei si trovi ancora a brancolare nel buio più totale cercando di scacciare le mosche immaginarie come accadeva a Jonny Deep nel suo celebre film “fears and loathing in las vegas”? Mi ricorda un po’ il gioco del soldato che si faceva nei corridoi della scuola con i compagni sfigati. Va beh, lasciamo perdere.
La informo, per l’ennesima volta e mi auguro che sia anche l’ultima, che i “social” da lei stupidamente demonizzati più volte nel corso degli ultimi anni, non sono altro che un semplice strumento di comunicazione che semplicemente in passato non esisteva. Attraverso quello che prima era un semplice cavo telefonico, migliaia di informazioni hanno iniziato a viaggiare ad una velocità sorprendente. Dove prima passavano solo gli impulsi che davano forma a comunicazione vocale, adesso corrono byte su byte che insieme fanno megabyte. Un fiume di energia insomma, che quei disgraziati studenti americani hanno osato pensare di mettere a disposizione dell’umanità.
I social sono quindi solo un mezzo che la gente utilizza per comunicare. Nessun mostro a sei teste si cela dietro questa tecnologia a lei antipatica. Solo alcune teste di cazzo forse, ma come in tutte le situazioni di vita. Ha mai provato ad entrare in un bar il lunedì mattina? Ha mai provato a sfogliare una Gazzetta tra anziani provvisti di bianchetto dopo una partita persa con penose prestazioni di Bertolacci? Tanto per non citare lo sfortunato Montolivo. Bene, la invito a farlo non prima di essersi ben camuffato per non rischiare la pelle. Sentirà che parole, sentira’ che offese. Eppure vengono da arzilli anziani che di internet non ne vogliono proprio sapere. Se poi penso che fu proprio lei a cadere nell’errore di apostrofare come “portiere di m…” il caro Christian Abbiati dalle tribune del San Paolo, mi vien da chiedermi da che pulpito venga la predica.
Le offese a Riccardo Montolivo sono state raccapriccianti, su questo non c’e’ ombra di dubbio. E se viene detto da colui che lo ha pubblicamente quasi sempre criticato, c’e’ da crederci davvero. Ma creare questa spontanea associazione tra un gruppo di deficienti e l’intera tifoseria che condivide la propria passione per il Milan sulla rete, è stato l’ennesimo passo falso di questa sua recente gestione.
Non sono stati i cattivi dei social a depauperare in pochi anni un patrimonio calcistico come quello dell’ AcMilan; Non sono stati i social a sbagliare in serie diverse sessioni di calciomercato, sperperando le poche risorse messe a disposizione da Fininvest; Non sono stati i social ad obbligarla a rivolgersi sempre agli stessi bottegai per acquistare scarpe vecchie al prezzo di quelle nuove.
In poche parole, fosse stato più social e meno pappa e ciccia con pochi, oggi forse non ci troveremmo nella situazione nella quale ci troviamo. E forse neanche lei.
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This post was last modified on 11 Ottobre 2016 - 13:57