Non è ancora successo nulla, è vero. Siamo solo alla settima partita, ottobre è appena iniziato e l’estate ci ha da poco salutato con i suoi tormentoni di mercato. Non è successo nulla di definitivo, ma qualcosa è successo. O meglio, qualcosa è cambiato. Il Milan delle ultime quattro gare è un nuovo Milan. Non rivoluzionato, non trasformato, semplicemente diverso. Diverso da quello visto contro il Napoli prima della sosta, diverso da quello della scorsa stagione.
A dare la scossa alla squadra di Montella è stata la sconfitta casalinga contro l’Udinese, inaspettata ma meritata, specchio dei limiti ma soprattutto degli errori dei rossoneri. A Genova, infatti, la domenica successiva, abbiamo visto un Milan diverso. In un campo e in uno stadio difficilissimi, ha vinto di misura proprio come sanno fare le grandi. Un 1-0 che ha avviato un ciclo positivo di tre vittorie e un pareggio. 10 punti in 4 gare e un terzo posto (meritato) in condivisione con Roma, Lazio e Chievo.
Ieri, con il Sassuolo, la prova del 9: prima in vantaggio, poi sotto di due gol, il Milan è riuscito a riprendere in mano la gara portandola a casa con una rimonta da applausi. Dietro la prestazione dei rossoneri non c’è solo il destino rocambolesco che ogni tanto colpisce qualche partita, ma ci sono allenamento e parole, tante parole, di Vincenzo Montella. E’ evidente che il tecnico sia riuscito ad agire sulla mente dei suoi calciatori, stimolando fiducia e autostima.
Ora un’altra sosta, in cui non si dovrà spezzare il filotto positivo ma, piuttosto, cementare le certezze che si stanno acquisendo e migliorare quello che ancora non funziona a dovere. Subito dopo ci sarà un trittico di gare molto impegnativo: la trasferta al Bentegodi, la Juve in casa e di nuovo il Marassi, stavolta rossoblu. Il percorso tracciato è quello giusto ma bisogna tenere alta la guardia. Il Milan è ancora psicologicamente fragile, basta un niente e si torna indietro.