Filippo Galli: “Donnarumma, Calabria e Locatelli esempi e motivi di orgoglio. Sulle squadre B…”

L’edizione odierna di Tuttosport ha pubblicato una lunga intervista al Responsabile del Settore Giovanile del Milan, ed ex calciatore rossonero, Filippo Galli che ha parlato dei tanti giocatori usciti alla grande dal vivaio di Milanello negli ultimi anni, a cominciare dai tre che stanno facendo grandi cose in questo momento in Prima Squadra: “Donnarumma, Calabria e Locatelli sono degli esempi e dei motivi di orgoglio per tutti quelli che lavorano al settore giovanile del Milan. Significa che chi entra nel nostro vivaio, attraverso un percorso di un certo tipo, che prevede una collaborazione tra tutte le aree di sviluppo del giocatore, può avere un risultato tangibile come l’approdo in prima squadra. Ma ci vuole anche un allenatore, sempre in prima squadra, che creda nei giovani e poi deve essere il ragazzo, sul campo, a dover poi dimostrare di poter essere giocatori pronti per un calcio adulto”.

Ancora su Locatelli: “Montella vede il centrocampo dinamico. Nella sua idea di calcio, chi opera in mezzo al campo, deve saper riconoscere le situazioni di gioco. Manuel ha tutte le doti tecniche, tattiche e mentali per far fronte a questa richiesta. Zanellato? Montella lo ha utilizzato spesso, sia nel pre-campionato sia nelle ultime amichevoli. Può essere uno di quei profili. Nell’ultimo periodo è stato messo sotto pressione, ma tutti noi vogliamo che ritorni a essere efficace come prima. Come lui, stiamo cercando di aiutare anche altri giocatori che stanno vivendo una fase non brillante”.

Locatelli

La conclusione è sul progetto delle “squadre B”, ovvero di seconde squadre che giochino nei campionati professionistici: “Le squadre B non ci sono per norme federali e accordi tra le varie leghe e i problemi da risolvere sono tanti. Sicuramente qualche ragazzo che va dal ‘93 al ‘97, fosse rimasto ancora all’interno di un ipotetico sistema Milan, sarebbe stato possibile aspettarlo di più. So che il progetto della squadra B è nel management della prima squadra, ma occorrono dei regolamenti che lo permettono“.

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