La ricetta dei fischi a Montolivo. Fascia, prestazioni e un pizzico di sfortuna

Sarà pure nella fase più bassa della sua carriera, sarà pure stato più volte il peggiore in campo, troppe volte lento e prevedibile nella giocata, ma ad un certo punto si supera un limite che trasforma il tifoso in becero cecchino. Pur vero che la fascia di capitano allacciata al braccio sinistro fa da giusto bersaglio. Riccardo Montolivo ha l’onere e l’onore di indossarla e ora si fa carico dei fischi di San Siro. Meritati, ma, forse, un filino esagerati.

Ieri sera col Milan sotto 1-3 contro un Sassuolo uscito dagli spogliatoi col coltello tra i denti e un Milan in blackout totale, il cambio di Montella è un segnale nemmeno tanto inaspettato perché ormai una consuetudine delle ultime gare: entra Locatelli, esce Montolivo. Tutto San Siro esplode: fischi assordanti per il capitano. Sembra più uno sfogo contro un capro espiatorio che non riesce a reagire da leader quale dovrebbe essere, anche perché in sostanza gli errori decisivi non sono stati i suoi. La fortuna, poi, se vogliamo chiamarla così, non gli sorride di certo, ed è proprio un gol del suo giovane sostituto Locatelli a far godere l’intero stadio. Montolivo incassa e porta a casa.

montolivo 2 milan-atalanta (spaziomilan)Nell’economia della gara, però, non si può appioppare tutta la responsabilità a lui: altri, da Abate a Suso e perfino Paletta al di là del gol decisivo, fino all’inaspettata rimonta avevano giocato decisamente peggio. Se fosse uscito uno di loro i fischi sarebbero stati gli stessi? Mah, noi rimaniamo col dubbio che sarebbe andata diversamente. Questo non per giustificare Montolivo, anche perché la prestazione è stata ancora una volta ampiamente negativa, però la corretta lamentela si sta trasformando in incondizionata e non obiettiva.

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