Galliani: “Quando lasceremo il Milan ci si ricorderà di questi 30 anni. I cinesi visti una sola volta, al mio futuro non ci penso. Scarsa rete di osservatori? Non scherziamo…”

Adriano Galliani è stato protagonista di una lunga intervista a Radio Deejay, con le domande di Fabio Caressa ed Ivan Zazzaroni. Queste le sue parole: “Innanzitutto raccontare 37 anni è dura, ho conosciuto Berlusconi con una stretta di mano nel novembre del ’79, è stata un’avventura prima televisiva poi calcistica”.

Parlando del Milan, all’ad è stato chiesto un parere sugli ultimi anni difficili: “Fino al 2013 siamo andati molto bene: siamo arrivati terzi, e abbiamo superato il girone di Champions la stagione successiva. Credo che quando lasceremo il Milan i tifosi si ricorderanno i 30 anni nel complesso ed i 28 trofei, non gli ultimi tre anni. Non abbiamo solo vinto tanto, ma abbiamo fatto 17 secondi post ed arrivare secondi vuol dire perdere finali o arrivare secondi in campionato, tra primi e secondi posti sono 46, un numero che non ha eguali”.

Sui cinesi:Ho incontrato una volta uno dei rappresentati e poi basta, la trattativa è fatta tra i potenziali acquirenti e Fininvest, noi siamo l’oggetto, non il soggetto che sta conducendo la trattativa. Nel Milan c’è un coinvolgimento emotivo che non c’è negli altri settori di Fininvest“.

Galliani

Sul suo futuro: “Non ci penso, fino al closing penso solo al Milan, ci penserò da quando non sarò più l’amministratore delegato del Milan. Negli ultimi anni il Milan ha avuto due ad, ma è vero che nei precedenti 27 anni ho gestito a 360° il Milan

Sulle critiche per la scarsa rete di osservatori del club rossonero: “Non scherziamo, il Milan ha una grandissima rete di osservatori, è uscito Ariedo Braida ma gli osservatori sono gli stessi di sempre. Capisco che quando arrivano i risultati sembra non funzioni niente, ma il Milan è assolutamente strutturato. Nella nostra dirigenza sono cresciuti tanti dirigenti che ora sono alla Roma, al Bayern Monaco e in altri club importanti

La conclusione è sulle sue sensazioni per quello che sta per diventare un momento storico per il club: “Malinconia? Gli amici mi dicono che devo stupirmi che è durata per 30 anni, non c’è in Europa un dirigente di un top club che abbia resistito per così tanti anni. Tutte le cose iniziano e finiscono, il Milan è il rapporto più lungo che ho avuto nella mia vita“.

Impostazioni privacy