GaSport – Maldini vuole un ruolo “alla Galliani”, il problema è anche economico: decisivo il prossimo summit. Ecco i piani B

La bandiera non sventola ancora, perché per il momento non c’è abbastanza vento, ma è destinata a farlo. Nel nuovo Milan quella casella, prima o poi, verrà riempita: è uno dei punti fermi dei cinesi, che ha dato espresso mandato a Fassone senza immaginare, probabilmente, queste difficoltà nella scelta. Il prossimo ad e dg rossonero nella metà di settembre ha incontrato Maldini per ben 4 volte: in uno era presente anche Han Li, direttore esecutivo di Sino-Europe e dopo il primo, servito per capire se avesse preclusioni a prescindere, si è sviscerato nei dettagli il suo ruolo; compresi i termini economici del legame. La bilancia, oggi, propende maggiormente verso il no.

Una proiezione della distanza fra le parti, proprio sui capisaldi e non su semplici cavilli. L’offerta è quella di responsabile dell’area tecnica, un ruolo di dt che permetterebbe a Paolo di muoversi nel territorio preferito – fra campo e mercato – dandogli soprattutto quel potere rivendicato da anni. Ma ne vorrebbe ancora di più: in termini gerarchici sarebbe un pari grado di Mirabelli, invece chiede di avere più autonomia e di relazionarsi direttamente con la proprietà senza passaggi intermedi: insomma come Galliani o come Leonardo al PSG. Qui si è creato il primo grande problema, perché la pretesa scavalcherebbe Fassone, designato da tempo referente unico e diretto da parte dei compratori. Parliamo di volontà aziendale, di volontà di una condivisione dirigenziale senza sacrificare l’organigramma in funzione di uno solo. E qui si pone la questione della collegialità, di chi comanda e prende le decisioni finali: ecco perché le gerarchie fanno (e faranno) la differenza. Esiste davvero, poi, un dilemma economico: da una parte viene proposto uno stipendio da primo impiego, svela La Gazzetta dello Sport, inferiore alla maggioranza di quello dei giocatori, dall’altra la richiesta sembra alta.

FassoneI riflettori, dunque, si spostano sul prossimo e decisivo summit, quando Maldini darà una risposta definitiva o Fassone o magari chiederà un supplemento di indagine. L’ex Capitano rimane il primo della lista, il simbolo migliore e di massima riconoscibilità pure a livello commerciale agli occhi della Cina. Inevitabile, comunque, inizia a pensare a dei piani B: difficile Albertini o Costacurta, più probabili Ambrosini o magari Filippo Galli.

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