SM ESCLUSIVO/ Antonini: “Milan, è l’anno giusto per la Champions. L’infortunio di Montolivo nel momento migliore per Loca. Su Maldini…”

Intervenuto telefonicamente al nostro programma “SpazioMilan – L’emozione rossonera”, in onda ogni martedì dalle 12 alle 13.40 su Top Calcio24, canale 62 del digitale terrestre, l’ex terzino del Milan, Luca Antonini, ha parlato del momento attuale del club rossonero: “Vedo un gran bel gruppo, ragazzi che giocano uno per l’altro e vanno in campo con la mentalità giusta, ed in questo è stato fondamentale Montella, che gioca bene ed è secondo in classifica con gli stessi giocatori degli stessi anni. Milan anti-Juve? E’ presto, la Serie A è una campionato lungo e difficile e il Milan non ha impegni extra campionato e quindi è l’anno giusto per puntare alla qualificazione alla Champions League, anche perchè Roma e Napoli non stanno giocando come lo scorso anno. Bisogna tener duro e fare il meglio possibile”.

L’ex difensore ha detto la sua sulla sfida di questa sera contro il Genoa, altra sua ex squadra: “Poli terzino? Qualche volta ha giocato negli anni passati ed ha fatto sempre ben, sicuramente non è il suo ruolo e non sarà facile giocare contro il Genoa che gioca tanto sugli esterni ed avrà di fronte un giocatore come Laxalt. Gli consiglio di prendere tanto ossigeno durante la partita (ride, ndr), ma ha l’esperienza per tenerlo bene“.

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Su Locatelli: “Io credo che Montella abbia fatto sentire tutti importanti, non c’è nessuno che prevalica gli altri. Sicuramente l’infortunio di Montolivo è pesante, perchè Riccardo è un giocatore importante che ha fatto bene ed è un punto di riferimento per gli altri. E’ arrivato nel momento giusto per Locatelli, che ha fatto tre grandi partite con personalità ma può migliorare ancora di più“.

La chiusura è sulla vicenda Maldini: “Non c’è uno che ha sbagliato, nè Paolo nè Fassone. Loro hanno pensato che Maldini fosse la persona giusta per rappresentare il Milan, ma Paolo avrà le sue ragioni per aver detto di no, se ha preso questa decisione è perchè non si sentiva così importante come gli era stato chiesto“.

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