Milan, ko pesante ma “fisiologico”. Il vero test è il Pescara

Caporetto Milan. È amara, amarissima la trasferta di Genova, prova del nove per testare la solidità e la consistenza delle ambizioni rossonere. Tre ceffoni rimandano a casa un Diavolo sfortunato, ma soprattutto troppo incolore, timido e impreciso. Nel complesso, insufficiente. Il risveglio dal sogno iniziato sabato dopo Milan-Juventus, insomma, è tutt’altro che dolce. La sblocca il serbo Ninkovic nel primo tempo, la sigilla Pavoletti: il poderoso bomber livornese subentra e spacca la difesa, provocando un’autorete di Kucka e siglando il definitivo 3-0. Troppo largo il passivo, anche se una concreta reazione ospite, nonostante cambi e tentativi dalla panchina, non arriva: la ingenua (ma severa) espulsione di Paletta a inizio ripresa condanna i rossoneri all’inferiorità numerica e alla sconfitta. Se la vetta della classifica per una notte resta una remota suggestione, anche l’obiettivo podio subisce un rallentamento.

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Ma attenzione: perdere in casa di questo Genoa, in questo momento della stagione, non è affatto incredibile. Oltre a qualità intrinseche nel DNA rossoblu, squadra difficile da affrontare perché tignosa, grintosa e mai doma, soprattutto tra le calorose mura amiche del Marassi, la creatura di Juric ha un’invidiabile solidità difensiva. E soprattutto arrivava da un derby perso appena tre giorni fa: un elemento che ha spronato e caricato (e non poco) l’ambiente, e di riflesso anche i giocatori. Perdere con il Genoa, date queste premesse, non è assolutamente sorprendente né tanto meno drammatico. A maggior ragione considerando che il Milan è una squadra in crescita nella solidità e nella consistenza, ma anagraficamente giovane e con una qualità media buona ma non ottima: mancare di continuità e toppare una partita, soprattutto dopo un filotto di 5 vittorie e un pareggio, è sostanzialmente “normale”.

Quindi, tifosi milanisti, niente drammi. Il 3-0 del Ferraris è una sconfitta pesante e significativa, che ridimensiona le – esagerate – velleità Scudetto-Champions rilanciate da stampa e ambiente rossonero dopo la vittoria di sabato sulla Juventus. Un tonfo eccessivamente fragoroso per quanto visto nei 90′: il Milan ha pagato a caro prezzo il flop di qualche singolo, la leggerezza di Paletta (rosso esagerato, ma evitabile con un comporatmento più equilibrato) ed episodi sfavorevoli, oltre a una sorte che ieri non è stata troppo tenera con De Sciglio e compagni. Forse ha inciso anche qualche scelta sbagliata di Montella – Poli terzino e Honda dal 1′ hanno deluso – ma nel complesso è un ko che doveva arrivare, quasi “fisiologico”, non ascrivibile a responsabilità dirette del tecnico. Più pericolosa e probante sarà Milan-Pescara: rialzare subito la testa, in casa e contro un avversario di buona caratura ma certamente battibile, sarà fondamentale per riprendere la corsa all’Europa. Un altro flop, qui, sarebbe il vero campanello d’allarme.

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