Anche Ping An nel nuovo MIlan? L’approfondimento

Pasquale Campopiano, tramite il suo profilo facebook, si è espresso così riguardo la possibile presenza di “Ping An” nella cordata cinese che a giorni dovrebbe rilevare il Milan

Si scrive Ping An, si legge ‘Safe and Well’, sani e salvi: benvenuti nel mondo della seconda compagnia assicurativa statale più grande della Cina, dalle indiscrezioni uno dei quattro/cinque big possibili investitori della Sino Sports Europe, il fondo di private equity cinese che sta comprando il Milan. Nata nel 1988 a Shekou (Shenzen), nel Guangdong, la Ping An Insurance è un colosso assicurativo e finanziario dai numeri spaventosi: 90 miliardi di dollari di valore di mercato, 275mila dipendenti sparsi nel mondo, circa 99 miliardi di dollari di fatturato, profitti per 8,7 miliardi, assets enormi per circa 732 miliardi di dollari (dati forbes 2016). E’ la compagnia assicurativa più grande del mondo per capacità di mercato secondo Brandz. Per Forbes è il 20esimo marchio più potente del globo, per Fortune List è la 41esima azienda più importante al mondo. 120 milioni di clienti al dettaglio, 320milioni di users online, per vendite è tra le 50 compagnie più remunerative, un vero e proprio mostro della finanza cinese. Insurance, banking, investment, internet finance; sono le quattro parole d’ordine del colosso di Shenzen, ‘Con noi la tua vita sarà più semplice’ è lo slogan della compagnia. A guardare gli spot di presentazione della Ping An si capisce come e quanto il mondo delle aziende cinesi sia fortemente in espansione. Quotata sia a Shanghai che ad Hong Kong, l’azienda si occupa principalmente di attività di assicurazione, bancaria e di investimenti. Le sue attività includono anche versamento di capitali in imprese finanziarie e assicurative e distribuzione degli investimenti. Nel 1994 la Ping An chiude la partnership con Morgan Stanley e Goldman Sachs e diventa la prima impresa della Cina a introdurre capitali stranieri nel settore finanziario e assicurativo, grazie a una solida struttura e a un team di gestione internazionale specializzato. Tra gli azionisti della compagnia la Charoen Pokphand (9.59 %, fatturato 50 miliardi di dollari), conglometa Thailandese con sede a Bankok. E’ la più grande società privata della Thailandia e una della più grandi conglomerate del mondo. Il gruppo opera nel settore agroalimentare, nelle grandi distribuzioni, industriale e nelle telecomunicazioni. Azionista di riferimento è anche il governo di Shenzhen (6.68 %), oltre che la Central Huijin Investment, consociata statale di proprietà della China Investment Corporation. La Central Huijin è un’organizzazione con cui il governo cinese può agire come azionista per le quattro grandi banche statali. Chiude il pacchetto degli azionisti la China Securities Finance. Ping An controlla al 58% la Ping An Bank, che si colloca al primo posto nella classifica delle imprese della terraferma non statali della Cina. Chairman della Ping An è mr. Ma Mingzhe, membro del partito comunista, classe 1955, manager che ha lavorato nel settore assicurativo per tutta la vita ed è stato vice direttore generali delle assicurazioni di China Merchant Group (altro gruppo presente nella lista consegnata a Fininvest da Yonghong Li e Han Li lo scorso 5 agosto) prima di entrare in Ping An. Strettissimo anche il rapporto tra il colosso assicurativo e il mondo del calcio: la Ping An è title sponsor per i prossimi quattro anni della Chinese Super League (investimento da 600 milioni di dollari), e con la branca football fornisce ai suoi clienti informazioni sul mondo del calcio e pacchetti assicurativi per i tifosi. Da una ricerca effettuata dalla Reuters, gli investimenti esteri totali della società potrebbero salire fino a 27,5 miliardi di dollari dai circa 5,5 miliardi attuali nei prossimi tre anni. Investimenti che saranno suddivisi in proprietà, compravendite immobiliari e fondi di private equity (e qui i tifosi del Milan cominciano a sognare). Una dimostrazione della forza della Ping An? Ha acquistato a Londra la Tower Place per 327 milioni di sterline (427 milioni di dollari) nel mese di gennaio 2015 e il palazzo Lloyds per 260 milioni. I soldi, per questo mostro della finanza cinese, non sono assolutamente un problema, fosse ufficialmente nella lista degli investitori che comprerà il Milan quello alle porte sarebbe un Dragone d’oro per i rossoneri”.

Fonte: (Pasquale Campopiano)

Impostazioni privacy