La cessione come una soap: tra il contropiede di Silvio e la melina dei cinesi

Razionalmente, non è pensabile che la nuova proprietà accetti le condizioni di Berlusconi, non è ipotizzabile la concessione di un’operatività così ampia: Silvio presidente con potere (su mercato e schemi di gioco) e Galliani confermato nella stessa carica di sempre – il solo ruolo che può e vuole svolgere – in una società che ha già da tempo e chiaramente nominato Marco Fassone in quella fondamentale posizione. Il momento, quindi, è sempre più strano, anche perché nei ragionamenti recenti fra Fininvest e Sino-Europe si era parlato solo di presidenza onoraria.

Possibile che queste parole siano dovute all’emozione da derby, da coreografia? Sì, risponde La Gazzetta dello Sport. Le trattative italo-cinesi storicamente somigliano all’acquisto dell’Inter da parte di Suning: tanto silenzio, poche dichiarazioni pubbliche e poche provocazioni. Invece l’ex Cavaliere lo scorso giugno aveva etichettato i cinesi come “comunisti che mangiavano i bambini” e domenica notte ha fatto una richiesta davvero azzardata. Sino-Europe è rimasta più sorpresa che infastidita. Allora si pongono 4 domande in base allo scenario. Li Yonghong avrà i 420 milioni necessari per il closing e le autorizzazioni del governo. A tal proposito resta grande serenità nell’ambiente, non ci sono problemi. Sulle autorizzazioni, invece, si comincia a dubitare: c’è ritardo, si teme che non si riesca ad avere l’ok definitivo per il 13 dicembre. Non aiuta la complessità dei meccanismi del potere in Cina: difficile capire se ci siano differenze di vedute o perfino litigi fra persone influenti. Di certo SES ha cambiato strutturazione almeno una volta. In estate ha presentato le lettere di interesse di China Construction Bank, Tcl, Huarong e Ping An. I potenziali soci – i primi due sicuro, gli altri è probabile -, però, non hanno trasformato l’interesse in impegno concreto. Così, a parte Yonghong Li e Haixia Capital, non si sa bene se al gruppo si siano aggiunti i 2-3 investitori previsti.

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Viste le crescenti difficoltà di portare a compimento il piano A, Sino-Europe ha studiato una soluzione alternativa: ottenere i finanziamenti da banche europee. Tutto questo potrebbe far slittare il closing oltre il 13 dicembre? Contrattualmente non è possibile, dato che, nel caso in cui entro quella data non si metta nero su bianco, Fininvest intascherebbe la penale da 100 milioni di euro, o quantomeno potrebbe concedere un rinvio della trattativa solo in ipotesi eccezionali, nel caso ad esempio in cui, già ottenute le autorizzazioni, ai cinesi mancassero solo dettagli tecnici.

E arriviamo allo scenario che tutti i tifosi vogliono evitare: la possibilità che tutto salti, in una sorta di Mr.Bee parte seconda. A costituire l’enorme punto di rottura tra le due trattative è il fatto che Sino-Europe, a differenza del broker thailandese, ha già versato nelle casse di Via Paleocapa 100 milioni, il che renderebbe alquanto improbabile che ci si tiri indietro in corso d’opera. Insomma, bisogna aspettare circa 20 giorni per veder sbrogliate tutte le matasse di una storia infinita…

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