Berlusconi: “Con grande dolore cedo la società, il closing ci sarà. Se i cinesi non chiudessero, mi riprenderei il Milan”

Silvio Berlusconi, ospite negli studi di Domenica Cinque, ha parlato anche della trattativa mirata alla cessione del Milan:

Nel derby, più che uno striscione, mi hanno dedicato un quadrato che ha occupato tutta la Curva Sud, dove ci sono i milanisti di sempre, quelli che hanno sostenuto la squadra anche quando andava tutto male. Non ci si poteva non commuovere. E’ stato una splendida sorpresa, non ne ero informato. Tra l’altro, per prepararmi questa dedica, ci hanno messo tre mesi. E’ stato un bel ritratto, sono uscito più bello di quello che sono. Alla guida del Milan, ho vinto ventotto trofei. Fino a due anni fa, il Milan è stato il club più titolato al mondo. Negli ultimi anni, purtroppo, mi sono dovuto occupare dei miei processi e non sono riuscito a seguirlo come prima. Poi, il mondo del calcio è cambiato, sono entrati i petroldollari. Sono entrati capitali di questi magnati e c’è chi ha avuto il coraggio di pagare novantaquattro milioni per un giocatore nemmeno troppo giovane. Io, con grande dolore, non potendo competere, ho dovuto rinunciare al Milan: non potevo più spendere quei soldi per riportare il Milan nell’Olimpo internazionale. Ho cercato italiani benestanti, per cedere il Milan, e l’azionariato diffuso, come accade al Real Madrid e al Barcellona. Tuttavia, visto che tutto ciò non è stato possibile, mi sono dovuto affidare a investitori esteri. So che questi cinesi hanno difficoltà ad avere le autorizzazioni dal governo, ma siamo disponibili a dare loro una proroga di un mese o un mese e mezzo. Spero riportino il Milan dove gli compete. E’ una favola che non finisce mai”.

"Mi spiace di doverlo dire, ma nel Milan, e in ogni squadra di calcio, è molto importante l'aspetto umano della persona. Se lei mette una mela marcia dentro lo spogliatoio, può infettare anche tutti gli altri. Quindi, siccome io ho avuto modo, per vicende della vita, di poter dare un giudizio sull'uomo Balotelli, è una persona che io non accetterei mai facesse parte dello spogliatoio del Milan". (Silvio Berlusconi ad Antenna 3)

E ancora: “Ho subito grande dolore, nel dovere vendere la società, il Milan è nella mia storia personale. Quando mio papà entrava a casa, prima di parlare dei miei compiti, parlavamo di Milan, mi portava allo stadio tutte le domeniche e, a volte, mi facevo piccolo per pagare il biglietto meno di quanto dovessi. Quando perdevamo, io piangevo e mio padre mi consolava, dicendomi che ci saremmo rifatti. Quando il Milan ha rischiato la retrocessione, ho sentito il dovere di interessarmene. Ora, privarmene è un grande sacrificio. Ciò vorrà dire che, se i cinesi non dovessero chiudere la negoziazione, non potremmo lasciarlo in condizioni precarie: dovrò interessarmene di nuovo io. In questo caso, proporrei un Milan molto giovane e tutto italiano“.

Impostazioni privacy