Dopo i clásicos, ecco il derby. Il momento di Gustavo Gómez

Quando giochi da avversario alla Bombonera, niente ti potrà spaventare in carriera. Scendere in campo poi al Monumental, al Nuevo Gasometro e al Coloso del Parque, sempre da odiato rivale, non potrà far altro che forgiare il carattere e la stoffa di un centrale ruvido e roccioso. La concezione, tutta italiana, che il derby di Milano sia qualcosa di impareggiabile nel mondo, è erronea, almeno per i sudamericani. Trattasi comunque di una sfida unica per fascino, storia e tradizione, ma per calore del pubblico ed importanza della sfida, prego spostarsi nel subcontinente, terra nella quale il nostro uomo ha avuto l’onore e la fortuna di disputare svariati clásicos. Stiamo parlando di Gustavo Gómez, passato indenne dalle tribune infernali latino americane ed ora pronto al grande debutto nella stracittadina meneghina.

Gustavo Gomez acmilan

Le ultime notizie da Milanello, sul fronte Romagnoli, non sono affatto buone. Il ragazzo, sostituito a metà dell’amichevole tra Italia e Germania per una lesione all’adduttore, prosegue nel proprio lavoro personalizzato, non allenandosi con il resto dei compagni. Nell’antivigilia della partita, risulta ormai impossibile sperare ancora nel miracoloso recupero del nativo di Anzio, data anche la volontà dell’intero staff di non forzarne il rientro. Con il numero 13 fuori da giochi, risponde presente all’appello il numero 15, di ritorno dal doppio impegno con il Paraguay. Facile pensare al peggio per molti, ancor più facile partire prevenuti nei confronti di un atleta stilisticamente non perfetto, ma l’errore di fondo risiede nella mentalità del Bel Paese nel bruciare i giovani, sopratutto se non italiani, fin dalle prime presenze.

Dovesse sbagliare la prestazione nel derby, saremo i primi a muovere critiche costruttive nei confronti dell’ex Lanús, ma fasciarsi la testa in anticipo, in un momento così delicato a livello emotivo e psicologico, è puro autolesionismo. Alternative realistiche al nascituro di Misiones non convincono a pieno: Rodrigo Ely non ha mai avuto modo di scendere in campo in maniera ufficiale con Montella, e Zapata, l’unica reale pedina spendibile, non mette piede sul terreno di gioco dal 26 agosto, gara valida per il terzo posto della Copa America. Un azzardo schierarlo dal primo minuto? Soltanto Montella può rispondere a tale quesito. Tornando al paraguaiano, visto l’investimento estivo e la carta d’identità (classe ’93), è giusto che il tecnico campano sappia dosarne l’utilizzo, sistemarne i dettagli e lavorarne i difetti, al fine di costruire un centrale forte fisicamente, dal buon passo e dalla lettura difensiva migliorata. Al fianco di Paletta, Gustavo cercherà di vivere una notte magica al Meazza. Dopo averle vissute a Buenos Aires, Rosario, La Plata, Còrdoba, Santa Fe…

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