“Dimmi che Milan sei… ti dirò quale Europa sarai”

DI RIENZO BANNER 2014Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista dal 2006 e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi un decennio di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), si è occupato per oltre due anni della comunicazione di alcune tra le più importanti manifestazioni fieristiche europee per poi intraprendere la strada di Food&Beverage Manager e CEO di una società del settore moda a Milano. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” ogni domenica su Radio Reporter. E’ direttore editoriale della free press pomeridiana Mi-Tomorrow.

Mai ci fu sessione di mercato invernale più determinante per il Milan. Se accantoniamo la suggestione del gennaio 2012, quando Carlos Tevez era già rossonero e Alexandre Pato un giocatore del Paris Saint-Germain, difficilmente la “riparazione” ha regalato grandi emozioni dalle parti di Milanello. Certo, ci sono state sessioni in cui si è comprato tanto. Ma più per esigenze di infermerie o ricambi più che per puntellare davvero la squadra e farne salire il tasso tecnico. D’altronde, così fan tutte le squadre a gennaio, considerato davvero un mercato di ripiego. Tra due mesi, però, in casa rossonera le carte potrebbero cambiare.

La squadra di Vincenzo Montella ha le carte più che in regola per tornare in Europa. In quale competizione, però, resta un rebus che solo i rinforzi attesi per gennaio potranno aiutare a comprendere l’enigma. Oggi, tanto per dire, un puntello in difesa e uno a centrocampo sarebbero l’ideale per credere fino alla fine al terzo posto. In caso contrario, l’Europa League sarebbe comunque ampiamente alla portata.

Il limite è la competitività della rosa, tema ben noto a Montella, che può contare su 12-13 giocatori al massimo. Il resto sembra essere roba da figuranti. Quindi da qui a fine dicembre bisogna solo sperare di non perdere pezzi per strada a causa degli infortuni e lavorare ai rinforzi. Fabregas è una suggestione, De Rossi un’idea, Verratti un sogno: ma è lì che, a cinque anni e più dalla partenza di Pirlo, si decifrerà il destino di questo Milan.

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