Guarda che Locatelli, ciapa sù baùscia

Guardandolo giganteggiare in mezzo al campo, con solo 640 milioni di spettatori collegati da ogni angolo del globo, il dubbio che la carta d’identità presenti un errore anagrafico balza in testa. Poi ti ricordi di tutta la trafila nelle giovanili, di come lo hai visto crescere ogni settimana sui campi Primavera di mezza Italia e capisci che sì, quel ragazzino così naïf e dai riccioli magnetici, ha realmente 18 anni. E sì, ieri ha debuttato nel derby ‘dei grandi’ come se ne avesse 28, con nervi saldi ed idee chiare. Parliamo di Manuel Locatelli, la next big thing (come dicono quelli bravi negli States) cresciuta in casa.

Locatelli

Vedendolo rubare una marea di palloni e districarsi con leggiadria tra 31 e 40 milioni di euro avversari (Kondogbia e Joao Mario), non si può che rimanerne rapiti, affascinati da quello stile semplice ma elegante, dalla testa alta e rapida d’esecuzione. Da lombardo e da milanista, la sfida non poteva essere normale routine, eppure Manuel non ha avuto timore, lottando come un leone nonostante i fischi della tifoseria nerazzurra. Non da tutti. Con l’incoscienza diciottenne, ha prima saputo guardarsi intorno con gli occhi da bambino, per poi trasformarli in quelli di un veterano. Un navigato volante di rottura ed impostazione nato il 9 gennaio 1998.

La pagella di SpazioMilan.it, al termine della gara, ha perfettamente inquadrato la prestazione: “Cresce il ragazzo, giganteggia. Personalità, qualità, intelligenza: ovunque. Eccellente nella fase di copertura, a parte sul pareggio di Perisic. E pesa, pesa maledettamente quell’episodio-beffa. Su 93′ di stracittadina, Manuel ha avuto un calo per un singolo minuto, non coprendo il croato alla perfezione, ed il calcio ‘dei grandi’ non te lo permette, presentandoti un conto salato di -2 punti. Pazienza, avrà pensato Montella coccolandosi il suo gioiello nel tunnel verso gli spogliatoi. Dialogo analogo, ma con location diversa, quello avvenuto a pochi passi dal sottoscritto in tribuna stampa. Due signori, dall’aspetto goffo per via dell’impermeabile abbinato a sciarpa, berretto e ombrello, probabilmente amici da una vita ma divisi dalla fede calcistica. Sulle rampe per abbandonare il Meazza, il nerazzurro, con un bonario sorriso in volto, gioisce prima per il risultato ma poi si lamenta delle proprie pedine in mediana. Il rossonero ascolta, imbronciato, e sul tema centrocampo risponde con poche ma chiare parole: “Gianni, guarda che Locatelli che c’era a San Siro stasera. Ciapa sù baùscia“. Già, non avrei potuto sentire commento migliore sotto la pioggia di Milano.

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