Suso: “Derby? Se faccio doppietta torno a casa a piedi. Pronto per il rinnovo, voglio essere ricordato come Kakà. Su Montella…”

A pochi giorni dal derby, uno dei possibili protagonisti si racconta ai colleghi del Corriere dello Sport e Il Giornale. Suso è una delle stelle splendenti di questo Milan, con intenzioni chiare e volontà precise in mente. Ecco la sua intervista, iniziando da un concetto basilare: “Cosa mi è successo? La cosa più semplice che possa accadere a un calciatore. Ho iniziato a giocare con continuità, grazie a Montella“.

Su Montella: “Montella è un tecnico intelligente, capisce di calcio. Mi ha sorpreso perché fa usare sempre la palla. È un allenatore molto spagnolo che vuole sempre far ripartire l’azione dalla difesa, poi fa giocare i giovani in una società importante come il Milan. In allenamento vede tutto e ha un occhio di riguardo per chi gioca meno, mi piace. Mihajlovic? Con lui non giocavo nemmeno un minuto… Invece Montella mi ha dato fiducia. Io non mi nascondo dietro le solite frasi: io voglio giocare sempre, titolare da qui alla fine della stagione“.

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Promessa da derby: “L’obiettivo è tornare in Europa, ma se perdiamo due gare i discorsi cambierebbero. Quindi un passo alla volta. Il derby? Se domenica faccio una doppietta torno a casa a piedi e abito vicino a Milanello… Non ho mai segnato in casa, ma diciamo che domenica conta solo vincere. Non temiamo nessuno, noi dobbiamo pensare solo a noi stessi“.

Champions possibile?Ancora è presto per pensarci“.

Meglio l’assist: “Non sono ossessionato dal gol. Piuttosto sono un perfezionista. Dicono che ho solo il sinistro, ma io sto lavorando anche sul destro e a Palermo un paio di volte ci ho provato. E in generale posso fare ancora meglio“.

L’esultanza a Palermo?Era il gol della vittoria, mi sono inginocchiato perché quella era una partita da vincere sì o sì per dare continuità a questo momento positivo. E poi ero contento per Lapadula, che non stava giocando. È un ragazzo d’oro, meritava quel gol“.

Dopo essere stato in Liga, Premier e Serie A, qual’è il campionato più difficile?Il campionato italiano è quello tatticamente più difficile. In Spagna si fa correre la palla di più. C’è spettacolo com in Inghilterra dove il calcio economicamente è più forte“.

Sulla convocazione spagnola: “Lopetegui mi conosce bene. Mi ha seguito in tutte le giovanili della Roja. Se mi darà l’opportunità, mi farò sicuramente trovare pronto. 2018? Sì, i mondiali sono uno dei miei obiettivi“.

Come vorrebbe essere ricordato al Milan?Come Kakà. Mi piaceva molto per come era veloce e decisivo davanti alla porta. A differenza sua, io non lascio il Milan. Anzi, voglio rinnovare il mio contratto“.

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