Montella prova l’ennesimo miracolo: Bertolacci, ora tocca a te

DIMITRI BANNER 2014Scetticismo, critiche, mancanza di credito e fiducia. Ad inizio luglio era questa l’aria che si respirava attorno al Milan all’alba di una nuova stagione, la terza consecutiva senza Europa, la quarta con un allenatore diverso al timone del Milan. Dopo un settimo posto, una società che sta passando la mano ed in fase di transizione, una rosa ritenuta da tutti non all’altezza e un mercato insufficiente, non poteva che respirarsi aria negativa attorno al nuovo Diavolo che si stava formando. Nessuno il 31 agosto, quando Galliani chiuse il mercato con l’arrivo di Mati Fernandez dalla Fiorentina, credeva nella squadra di Vincenzo Montella che era destinata a lottare al massimo per un sesto posto e quindi per un Europa League da riacciuffare con i preliminari.

Non c’era fiducia e non sembravano esserci nemmeno le premesse per una stagione quantomeno sorprendente. Nemmeno il più inguaribile degli ottimisti, tra i tifosi, aveva voglia di credere nella nuova creazione di Vincenzo Montella. La sconfitta di metà settembre in casa contro l’Udinese ed i soli tre punti conquistati nelle prime tre giornate, non facevano altro che aumentare lo scetticismo e la depressione di un’ambiente che si aspettava già un’altra stagione difficile, aspettando closing e cinesi. Dopo quella gara, però, la musica è cambiata. Il Milan, nelle successive tredici gare, ha messo assieme due sole sconfitte, due pareggi e ben nove vittorie, con una media di 2,23 punti a partita ed ha quasi sempre stazionato tra il secondo ed il terzo posto. La formula vincente del tecnico rossonero è stata quella di dare importanza a tutti gli elementi della rosa, dando fiducia a chi ne aveva bisogno e costruendo una squadra giovanissima che, nella sfortunata gara di lunedì sera all’Olimpico, ha addirittura schierato l’undici di partenza più giovane dell’intero campionato di Serie A.

Ora, è ancora difficile parlare di obiettivo Champions per questo Milan che avrebbe bisogno di un paio di rinforzi di spessore per poter competere fino alla fine, con Roma e Napoli soprattutto, per un posto al sole. Il mercato di gennaio non promette nulla di buono, ma ci sarà ancora per Montella la possibilità di lavorare senza troppe pressione e di continuare ad unire un gruppo che, per la prima volta dopo tanti anni, rema tutto dalla stessa parte. L’ex tecnico di Sampdoria e Fiorentina ha già il merito di aver reso affidabili, ed in alcuni casi decisivi, giocatori che erano sul piede di partenza, altri su cui non credeva nessuno e di lanciare giovani che non avevano l’esperienza necessaria per affrontare un campionato così estenuante e difficile. I casi di Lapadula, Suso, Locatelli, Paletta, Pasalic, sono i più emblematici in tal senso.

Ora, Montella ha un altro obiettivo. Puntare su Andrea Bertolacci e renderlo indispensabile, decisivo, importante. L’ex centrocampista di Genoa e Lecce è stato pagato 20 milioni di euro un anno e mezzo fa ed è stato spesso identificato come il principale flop dello scorso calciomercato. A Roma c’è stato il suo debutto stagionale e non è andato poi così male. Questo pomeriggio, nella gara casalinga contro l’Atalanta, Bertolacci dovrebbe prendere il posto di un appannato Locatelli in cabina di regia. Un esperimento rischioso, ma che potrebbe dare le giuste risposte al Mister che, se dovesse compiere anche quest’ultimo miracolo, avrebbe definitivamente trovato la quadratura del cerchio e in quel caso, anche senza mercato, nulla potrà essere precluso a questo Milan.

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